We are unstoppable, another world is possible

A Venezia quando si parla di marea, viene in mente l’acqua alta, i disagi ad essa legati e la madre di tutte le truffe, il MOSE. Oggi però un’altra marea ha invaso le calli del centro storico, una marea fatta di cuori, di passione, di giovani vite per nulla rassegnate e indifferenti come ce le dipingono. Una foto non basta a spiegare cosa è stato questo #climatestrike degli studenti perché per vivere veramente queste situazioni ti ci devi immergere, devi guardare i volti sorridenti e determinati dei partecipanti, devi sentire le loro voci fresche urlare a squarciagola «we are unstoppable, another world is possible». Devi esserne parte, lasciarti trasportare dalla marea, fluttuare in quel sogno di cambiamento che diventa reale solo quando si riprende le strade, le calli nel caso veneziano.

E così la protesta simbolica di una determinata ragazza svedese ha rotto gli argini, si è trasformata in un movimento globale potente, pieno di energia, inarrestabile. Un movimento che è cresciuto e va oltre la sua genesi, non pretende solo di sensibilizzare i governanti a ridurre le emissioni e l’inquinamento per frenare i cambiamenti climatici. Questo movimento che si sta auto determinando pensa che è ora di cambiare il sistema capitalista perché è proprio il sistema capitalista che produce morte, che inquina i nostri territori e li devasta con grandi opere inutili e dannose, che avvelena le nostre acque, strozza i diritti e sfrutta le persone. Un sistema che cerca di reinventarsi con la “bolla” della green economy, ma che non può prendere in giro questo movimento: abbiamo sotto gli occhi tutti il devastante impatto ambientale e sociale prodotto dalle grandi imprese estrattive in giro per il mondo. Alcune, come l’ENI, sono italiane, e sono imprese criminali perché non solo devastano territori ma producono anche migrazioni forzate rendendo invivibili i territori dove svolgono la loro attività di estrazione, sfruttamento e devastazione.

Erano davvero tanti anni che Venezia non assisteva a una manifestazione così partecipata. Cinque mila, forse addirittura diecimila studenti si sono ritrovati davanti alla stazione Santa Lucia per questo appuntamento. Una composizione quasi esclusivamente giovanile, ma scorrendo il corteo assieme agli studenti anche molti insegnanti, segno che la proposta di sciopero climatico ha avuto una grande risonanza ed è stata oggetto di discussioni negli ambienti scolastici. In Strada Nuova il corteo ha sfilato da capo a coda per oltre dieci minuti tra cori, striscioni, canti, cartelli colorati con slogan talvolta irriverenti come quello in foto qui sotto.

Venezia

E poi ancora, dal microfono il lancio della manifestazione del 23 marzo a Roma, la “Marcia per il clima e contro il sistema grandi opere inutili”, un sistema che impedisce ai cittadini di decidere la sorte dei propri territori, che produce la devastazione degli stessi inutilmente, che porta ricchezza solo ai soliti potenti.

Una giornata di lotta e speranza, come non se ne vedevano da tempo. Una giornata che ha risvegliato la voglia di scendere in piazza e costruire dal basso un futuro dignitoso per tutte e tutti. Perché se è vero che siamo ancora in tempo è altrettanto vero che quel tempo è adesso, fuori dalle nostre porte di casa, a Venezia, come nelle altre (quasi) duemila città nel mondo dove la marea inarrestabile di studenti è scesa in strada per riprendersi il futuro.

We are unstoppable, another world is possible!

 

di Christian Peverieri

Tratto da GlobalProject.info

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