Col risibile e inconsistente pretesto di uno striscione esposto nella sala riunioni dell’Autorità Portuale, che ha affermato di non gradire, il presidente di Apv, Paolo Costa, ha rifiutato ieri mattina l’incontro fissato col Comitato NO Grandi Navi – Laguna Bene Comune.
Con la sua scena madre, Costa ha cercato in realtà di nascondere la totale mancanza di argomenti rispetto alle richieste del Comitato, riassunte nella petizione sottoscritta da 12.565 persone che la delegazione voleva consegnarli e che alla fine, dopo la “fuga” del suo principale interlocutore, ha presentato al Protocollo dell’Autorità Portuale.
Il punto vero è che dopo un anno di attività del Comitato NO Grandi Navi nessuno può sostenere che le grandi navi da crociera non inquinino, non devastino la laguna, non siano un rischio per la sicurezza della città e per la salute dei suoi cittadini, e che dunque le richieste del Comitato, richieste di buon senso che ogni buon padre di famiglia adotterebbe, si possono respingere solo se si è proni agli interessi delle compagnie da crociera e più interessati alla difesa degli “affari” che non a quella della città, dei cittadini, della laguna, nella stessa logica dell’Ilva di Taranto. A fronte dei vantaggi” economici i costi ambientali e umani non li valuta mai nessuno.
Arpav, Ulss, Comune, Magistratura, proprio grazie all’attivismo del Comitato hanno finalmente messo nel mirino il tema del crocerismo e delle sue criticità e chi come Costa ha fino a ieri minimizzato il problema, tentanto di ridurlo a un mero fatto “estetico”, non ha più argomenti e nella sua debolezza rifiuta con fragili appigli quel dialogo che a parole sollecita ma che nella sostanza non è in grado di affrontare.
Se le grandi navi sono un rischio reale, tanto che il Governo con un decreto urgente vieta il passaggio di quelle sopra le 40 mila tonnellate in Bacino San Marco, come è possibile rimandare alle calende greche il divieto? Teniamo le bombe a orologeria davanti a San Marco?
Se le grandi navi inquinano, come è possibile tollerare che esse brucino in laguna carburanti che per tenore di zolfo sono 1.500 volte più sporchi di quelli usati dalle automobili?
Perché non si impongono da subito alle compagnie carburanti allo 0,1 per cento di zolfo, come avviene già ora nei Mari del Nord?
Se le grandi navi erodono la laguna, ridotta in poco più di un secolo a un braccio di mare, perchè si progettano soluzioni devastanti come lo scavo del Canale Contorta Sant’Angelo per portarle in Marittima o come un nuovo terminal crociere a Porto Marghera senza risolvere nessuna delle reali criticità del crocerismo? Perchè non si affronta il cuore del problema con un modello nuovo che preveda l’accesso dalle bocche di porto solo per le navi compatibili con la sicurezza della città, la salute dei suoi cittadini, la salvaguardia della laguna?
Queste sono le richieste dei cittadini, ma a queste richieste Costa non può dare risposte e rifiuta il dialogo, illudendosi con logiche autoreferenziali e di mero potere di portare avanti i suoi disegni al di fuori di ogni processo democratico e senza confrontarsi con la gente. Presto sarà costretto a farlo, ma se Costa un giorno proverà davvero misurarsi con la popolazione sappia fin d’ora che prima dovrà ritirare le sue osservazioni al Piano di Assetto del Territorio che mirano invece a boicottare proprio ciò che la città vuole e che giunta e consiglio comunale hanno fatto proprio.