8 / 6 / 2013
Tommaso Cacciari, No grandi navi
Questa mattina i comitati veneti si sono trovati concordi nel denunciare quell’intreccio tra politica e affari che in Veneto si è fatto sistema attorno alla progettazione e realizzazione delle grandi opere.
Il terreno della lotta dei comitati è quello dei beni comuni e la Costituente dei Beni Comuni che si riunirà a Padova il prossimo 1 luglio è stata assunta da tutti quale primo appuntamento di un nuovo percorso collettivo.
Temi portanti della nostra discussione sono l’acqua, le infrastrutture (sono presenti i compagni che si battono contro l’aereoporto di Notre Dame de Lande) e gli inceneritori (qui sono presenti compagni che presentarenno una mobilitazione contro l’inceneritore di Parma).
Paolo e Sabine, Comitati No tav e presidio Europa No Tav
Con il presidio cerchiamo di coordinare in Europa le lotte contro le grandi opere, ad esempio con il Forum Europeo Contro le grandi Opere. Noi parliamo di Grandi Opere Inutili e Imposte. Le grandi navi, come la TAV, sono un’altra versione di quel modello di sviluppo smisurato che ci viene imposto dall’alto. Noi dobbiamo, oltre che mobilitarci, immaginare insieme alternative possibili. Dobbiamo fare i modo che il nostro discorso esca dai contesti abituali dei comitati, declinandola nei territori. Noi siamo i protagonisti del cambiamento.
Stiamo preparando il terzo forum sulle opere inutili e imposte che si terrà a Stoccarda a fine luglio.
Rosalie, Notre Dame de Lande
Noi ci battiamo contro il progetto di un aereoporto nel nopstro terrirotorio che è completamente folle. Un progetto iniziato nel 1987. Adesso siamo in una situazione politica particolare perchè il sindaco di Nantes, favorevole al progetto, è diventato primo ministro. Sia i socialisti che la destra sono favorevoli a questa grande opera. Il primo terreno di scontro è di ordine politico, il secondo è quello della mobilitazione cittadina. Lo scorso ottobre ha avuto luogo l’operazione Cesar, il governo ha mandato la polizia contro i giovani che stavano occupando le terre comprate dallo stato per costruire l’aereoporto. La violenza della polizia è stata inaudita, ma i comitati hanno reagito e oggi la lotta è viva a livello nazionale. Il movimento cittadino rappresenta tre tipi di popolazione: gli agricoltori che vengono cacciati, molti giovani che in quell’area hanno dago vita a progetti alternativi di autogestione e tanti altri cittadini. Queste tre categorie di cittadini si sono organizzati ed è stata creata l’operazione Asterix. C’è poi il terreno di lotta giuridico, noi ci appoggiamo alla legge europea sull’acqua che ci può aiutare nella difesa del territorio.
Elena, Recommon
Recommon si occupa di capire le relazioni tra mercati finanziari e grandi opere che oggi stanno diventando un asset imoprtante per gli speculatori. In questo contesto le responsabilità sono spesso dei legislatori che ci impongono le grandi opere quali strumenti per uscire dalla crisi. Esistono nuovi strumenti legislativi creati per permettere al mercato finanziario di investire nelle grandi opere. L’imposizione delle grandi opere parte dall’alto e arriva molto in basso vicino al cittadino. I fondi europei che l’europa stanzierà per le grandi opere serviranno per fare uscire dall’indebitamento i grandi costruttori,. In Italia la Cassa Depositi e Prestiti è il veicolo di questo processo che permette la privatizzazione delle ricchezze comuni.
Luigi, assemblea no inceneritore di Parma
A Parma abbiamo assistito ad una corsa alla privatizzazione del nostro territorio verde. Poi abbiamo avuto l’affermazione del movimento 5 stelle in città, ma il cambiamento non è arrivato. Anche i 5 stelle hanno scelto di voler stare dentro il patto di stabilità ed è avvenuta l’accensione di quell’inceneritore sulla cui opposizione i grillini avevano costruito la propria campagan elettorale.
La crisi, anche a Parma, continua a essere gestita dall’alto all’insegna dell’estrazione e dell’espropriazione delle risorse. Per noi è il momento di dire basta e la questione dei beni comuni va rimessa al centro dell’agenda. Noi proponiamo una mobilitazione a Parma il 15 giugno in cui vogliamo prendere parola contro l’inceneritore per rompere la connivenza del PD e l’immobilismo dei 5 stelle. Aderiamo in tanti al campeggio nazionale del forum per l’acqua ad Amiata e ritroviamoci, magari a Parma, il prossimo settembre per fare il punto della situazione.
Francesco Pavin, No dal Molin Vicenza
Grazie a tutti i comitati qui presenti perchè anche grazie al loro supporto il 4 maggio gli statunitensio hanno rinunciato all’inaugurazione della base. Inoltre, sempre le nostre pressioni, hannofatto sì che fossero annullati i piani di ampliamento della base Pluto. Un altro risultato importante è stato il parco della pace attraverso cui ci siamo riappropriati di una porzione di territorio che altremineti sarebbe stata destinata ad uso militare.
Oggi la nostra battaglia è quella per liberarci dalle servitù militari e di questo parleremo al festival No Dal Molin di settembre. Alla Costituente dei Beni Comuni ci interessa discutere di come descretare e rovesciare i patti bilaterali del 1954.
Giulia, Teatro Pinelli di Messina
Intanto porto i saluti dei No Muos di Niscemi che in questi giorni sono occupati in diverse azioni dirette. Pensando al modello veneto mi viene in mente il Modello Sicilia in cui Crocetta rifiuta di ricevere i comitati Nu Muos e stringe rapporti con i poteri forti della regione. A Messina, tutto il demanio marittimo è sotto la giurisdizione dell’autorità portuale, quindi esiste la stessa anomalia che si riscontra a Venezia. Vi invito ad agosto al campeggio No Muos e alle prossime iniziative di azione diretta che si fanno, ma che spesso i media non riportano. Anche a Messina, tra l’altro, stiamo iniziando una riflessione contro le grandi navi, la casa del portuale che abbiamo occupato, come tutta l’area fieristica,
Nico, Comitato bellunese Acqua bene Comune
Noi ci battiamo contro 140 piccole opere che insieme formano una sorta di grande opera diffusa. Si tratta di 140 impianti idroelettrici sull’ultiomo 10% di acque libere proprio dallo sfruttamento idroelettrico e irriguo. Se queste centrali venissero realizzate il sistema idrico collasserebbe, eppure gli incentivi verdi che noi paghiamo in bolletta, spingono verso la realizzazione di centrali inutili in un mercato drogato.
Noi abbiamo anche bloccato alcune centrali idroelettriche e oggi stiamo discutendo della riqualificazione ecologica di alcune aree. La nuova e più significativa scadenza la proporremo a fine settembre in concomitanza del cinquantesimo anniversario della tragedia del Vajont.
Ilenia, Teatro Valle Roma
La Costituente dei Beni Comuni parte dal presupposto che la crisi economica sta diventando anche crisi politica e istituzionale e noi dobbiamo avere la capacità di produrre lotta in questo campo. Il terreno del conflitto va deneutralizzato e va mostrata la potenza dell’auto-organizzazione del comune. La costituente è per noi un luogo comune che non deve soffocare la singolarità delle lotte che è ricchezza. Se pensiamo a quello che avviene in turchia oggi capaiamo che la rivendicazione del paesaggio è oggi una dimensione di rivendicazione democratica che è contemporaneamente attacco alla dimensione finanziaria. Nella costituente le lotte devono essere reciproche e non sommate. Dobbiamo costruire un attacco radicale alla prorietà privata, ma anche a quella pubblica, in questo dobbiamo costruire nuovo consenso. Nella Costituiente il processo è molteplice e assembleare, una pratica di condivisione dei saperi che deve indebolire l’expertise e il tecnicsmo. Per noi la democrazia diretta è una pratica e non una formalità. Dobbiamo costruire pensiero critico intorno ai beni comuni che sono forme del conflitto e non categorie date.
Domenico, No people Mover Bologna
Siamo un comitato che si batte contro la costruzione di una monorotai che avrebbe un impatto ambientale fortissimo sulla città. Sono stati stanziati circa 150 milioni di euro, è forse una cifra non mastodontica che però sottrae risorse a interventi ben più necessari.
Il people mover dovrebbe essere costruito in project financing, ma la Regione vi interviene comunque con 30 milioni di euro e i rischi economici rimangono comunque a carico del pubblico.
Stefano, No Tav Trento
La trasformazione avviene quando la cittadinanza impone dal basso pratiche alternative a quelle del modello di sviluppo dominante. Il Tav Brennero (da Verona all’austria) è un corridoio che prevede una galleria di circa 200 km, già capite di che opera e di che costi (60 miliardi di €) stiamo parlando. La provincia autonoma sta oscurando questo provgetto perchè ha le mani in pasta fino in fondo, ma noi sappiamo che molte falde acquifere sono a rischio. I comitati hanno lanciato alcune manifestazioni molto partecipate e da settembre cercheremo di lanciare una nuova campagna che prevederà anche l’acquisto collettivo di un territorio (come in Val susa) dove costruire un presidio pernmanente.
Paolo Carsetti, Forum Nazionale Acqua
Dopo il referendum del 2011 la politica si è mostrata cieca e sorda alla volontà popolare. Si è riuscito tuttavia a bloccare la privatizzazione dell’acqua. Si è riusciti anche a far emergere un fatto importante: i cittadini hanno espresso la loro volontà. Per la prima volta in occidente un popolo si è espresso contro le politiche neoliberiste, privatiste e capitaliste. Dobbiamo avere la capacità di rilanciare questa determinazione che il popolo ha mostrato per garantire un’avvenire ai beni comuni e sopratutto a costruirli. La crisi economica è sopratutto del capitalismo. C’è il pericolo che questo possa “resistere” diventando ancora più crudele e reazionario. La crisi è anche politica (le elezioni una dimostrazione). Come movimento abbiamo ragionato così: come fare ad apprioparsi di spazi di democrazia partecipativa? Come fare per portare la nostra voce dentro le istituzioni? I movimenti hanno consenso popolare ma poi si ci scontra contro un muro “politico” istituzionale? Riappropiazione della democrazia ma anche della finaza. Sono questi i temi sui quali lavorare e costruire battaglie concrete. Non dobbiamo però ricadere in dialettiche e strade già costruite ma creare novità anche nel comunicare tra movimenti fratelli. Vogliamo parlare di tutto questo in un appuntamento di tre giorni di condivisione e socialità a luglio, dal 10 al 14 all’Amiata. Siamo sempre troppo sulla difensiva e sulla resistenza. Tutti insieme possiamo avenzare discorsi e pratiche importanti.
Professore IUAV
Consiglio di cambiare il nome del comitato. Da grandi navi a navi grandi. E poi… no grandi opere ma opere grandi. Le grandi opere non sono niente… sono solo delle falsità del sistema economico finanziario. Difronte alla california si è formata un’isola artificiale di bottiglie di platica buttate dalle navi da crociere che solcano l’oceano. Altra proposta. Al posto delle grandi navi costruire delle navi tecnologicamente avanzate per riciclare queste immondizie galleggianti. Esistono anche in laguna. Quindi perchè non proporre una cosa del genere a venezia? Turismo alternativo che portano il turista a piantere delle alghe che puliscono l’acqua. Conclude con… siate il cambiamento che vorreste vedere.
Tommaso
Lancio del corteo di domani. La mattina il corteo vuole arrivare fino al porto di venezia, cuore del potere speculativo veneziano. La questura si è espressa contro questa proposta ma il corteo non accetterà queste prescrizioni. Con allegria e serenità si arriverà al porto. Ore 10 del mattina in p.roma.