Il porto è il maggiore inquinatore
L’inquinamento da polveri sottili emesse dai motori diesel è considerato dall’Organizzazione mondiale
per la sanità come cancerogeno, tanto è vero che è inserito nella classe 1, la più pericolosa, dove ci sono
ad esempio l’amianto e il cloruro di vinile: colpisce le vie respiratorie e il cuore e ne risentono in special
modo vecchi e bambini. L’Autorità Portuale in una lettera pubblicata il 13 novembre su La Nuova
Venezia, rileva che, in merito all’inquinamento da polveri sottili, le risultanze dello studio Apice (Arpav
e vari altri enti) dicono che il porto nel suo complesso produce, nel Comune, l’8% dei livelli di
concentrazione di polveri sottili nel periodo estivo e solo il 2% nel periodo invernale. Dati confermati
dal recente convegno CNR-Università-Arpav. Ben poca cosa!
Quello che l’Autorità Portuale non dice è che la concentrazione di polveri rilevata ha una componente
esterna (di contorno), una naturale e una antropica. Le prime due, nel breve periodo, vanno prese come
date, non modificabili (sabbie del deserto, pollini, sale ecc) e spiegano più del 65% della concentrazione
totale delle polveri. Quindi l’8% del totale ascrivibile a una specifica fonte emissiva va rapportato alla
sola componente antropica e l’incidenza risulta molto maggiore (cioè 8% sul 35%). A tutto il comparto
industriale è riconducibile una quota minore, il 6% delle concentrazioni totali.
Dallo studio sulle emissioni di polveri primarie si ha una conferma indiretta. In Apice si legge che “il più
importante contributo alle emissioni di polveri primarie nel Comune di Venezia deriva dal porto”. Le
navi emettono il 31% del totale PM2,5, l’industria il 12% e il traffico il 15%.
Il fatto che la stazione di Sacca Fisola rilevi livelli degli inquinanti più critici (polveri e ossidi di azoto)
inferiori rispetto alle altre stazioni del comune di Venezia non può essere portato a prova del presunto
basso livello di inquinamento generato dal porto, come afferma la Autorità Portuale; infatti la stazione
di Sacca Fisola non è in grado di misurare questa fonte essendo sopravento al passaggio delle navi e alla
Stazione Marittima, né misurare l’inquinamento del porto è lo scopo di quella stazione. Nel 2012 Arpav
ha fatto una campagna di misura a S. Basilio e i risultati rilevati nell’estate, quando ci sono le crociere,
sono stati ben peggiori di quanto rilevato a Sacca Fisola, e l’inquinamento sia da polveri che da ossidi di
azoto andava bene al di la dei limiti di legge.
I tecnici di una organizzazione tedesca specialista in questa materia, hanno fatto due rilievi a Venezia
nel settembre 2013 e aprile 2014 e hanno misurato un inquinamento da nanopolveri (polveri molto più
fini del PM2,5) in area portuale pari a quello rilevato in altri porti, Rostock, NY, Amburgo: 200.000
particelle per cm3 con gravi conseguenze per la salute degli abitanti: queste polveri arrivano agli
alveoli polmonari e passano anche le barriere cellulari. Negli stessi giorni questi stessi tecnici hanno
fatto rilevazioni anche all’esterno della stazione di Sacca Fisola e la misura è stata un centesimo di
quanto rilevato al porto, poche centinaia di metri più in la.
A Venezia l’ inquinamento da polveri è aggravato dal fatto che le emissioni delle navi colpiscono
direttamente un popoloso quartiere situato a poche centinaia di metri dall’area portuale, dove sorgono
scuole materne e elementari, e dal fatto che a queste emissioni si aggiugono quelle, pure rilevanti, dei
vaporetti e dei mezzi privati.
L’inquinamento da nanopolveri e da ossidi di azoto può facilmente essere risolto con la tecnologia
esistente. Si possono applicare dei filtri: i costi sono modesti, la comunità europea può contribuire, e i
filtri vanno applicati sia alle navi che agli altri mezzi nautici, pubblici e privati. Alcune compagnie
croceristiche che toccano Venezia usano questi filtri nelle navi che attraccano nei porti americani e
tedeschi, perché è stato loro imposto dalla opinione pubblica. Ma non a Venezia.
Sia i residenti a Venezia che i milioni di turisti che visitano la città hanno diritto di respirare aria pulita,
che non danneggi la loro salute. Diritto riconosciuto dall’Organizzazione mondiale della sanità, dalla
Direttiva europea sulla qualità dell’aria 2008/50/EC e in merito alla osservanza del quale è intervenuta
il 19 novembre la Corte di Giustizia Europea.
La Autorità Portuale nell’articolo citato dice che provvederà ad attrezzare la marittima per la fornitura
di energia elettrica da terra, per eliminare i fumi delle navi che hanno i motori accesi anche in banchina,
non appena avrà conferma della Marittima come terminal passeggeri. L’Autorità Portuale non può
proporre ricatti su questo tema, perché il diritto alla salute non si negozia mai.
Giuseppe Tattara