Grandi navi in laguna, l’esperto: «C’è il rischio di un’erosione dei fondali»

Il Gazzettino VENEZIA – Ad un anno dalla tragedia della Concordia e nonostante le proteste di cittadini e comitati, le grandi navi da crociera continuano a solcare la laguna nel centro di Venezia e a regalare ai turisti la vista ravvicinata (200 metri) di palazzo Ducale. Un passaggio che scatena le polemiche di tutti quei cittadini che temono incidenti e rischi per l’ecosistema lagunare.

L’esperto: «Ci sono dei rischi». «Un passaggio “obbligato” nel bacino San Marco per quegli enormi bestioni che devono fare una serie di curve per attraversare la laguna dalla stazione Marittima a bocca di porto e, in alcuni casi di maltempo, non è da escludere la possibilità, ancorché remota che ci possano essere problemi di rotta e di incidenti». Non è un vero e proprio allarme “inchino” quello di cui parla Antonio Rusconi, docente a contratto di assetto idrogeologico dell’Università di Venezia, già direttore del servizio idrografico nazionale, ma piuttosto un rischio di “degrado”.

Il problema erosione. «Gli enormi scafi che attraversano il canale lagunare provocano una serie di problemi: i fondali si impoveriscono, la morfologia lagunare perde la sua caratteristica tipica e per processi di erosione assume le sembianze di un grande lago marino. Ma c’è anche il rischio connesso con errori di manovra di enormi bestioni in canali davanti al centro storico. E poi, l’impattopaesaggistico è inaccettabile».

Le alternative. Rusconi ricorda che sono state «formulate diverse ipotesi per ovviare al problema, pur mantenendo l’accesso all’interno della laguna», ma Marghera è molto distante dal centro di Venezia e crea un disagio per i passeggeri delle grandi navi mentre la soluzione di scavare un canale che possa collegare il canale Malamocco con la stazione marittima di Venezia, cioè il canale Contorta, ha scatenato un pandemonio perché significa scavare un ulteriore canale con svantaggio per la morfologia della laguna e che bisogna dragare periodicamente. L’ipotesi di farle fermare davanti all’isola di sant’Erasmo sarebbe la più vantaggiosa sia perché distante solo 3-4 chilometri dal centro sia perché avrebbe meno costi e meno impatti».

«Per millenni la laguna ha avuto i suoi equilibri – conclude l’esperto – e far passare queste navi è una violenza. Dal vecchio veliero si è passati a navi sempre più grandi e impattanti. E forse si sono superati i limiti accettabili. Lo stato in 30 anni ha speso una montagna di quattrini per salvaguardare la morfologia con i fondi salva laguna dal 1984 al 2006 1.200 milioni di euro in totale. Non dobbiamo con le nostre azioni incrementare il processo di degrado».

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