Grandi navi e poco zolfo. Accordo per ridurre i fumi

La Nuova – Sforzi immani per rendere meno traumatica la morte di Venezia: che non scompaia travolta da un bestione che si capovolge sulle sue pietre, ma che perda l’anima a poco a poco soffocata dalla mercificazione turistica.

Trevisanato: «Crociere motore dell’economia locale» I comitati: «La green zone non esiste, città galleggianti fuori dalla laguna»

Grandi navi in laguna. Ma con carburanti «a basso contenuto di zolfo». Due mesi dopo l’intesa, è stato sottoscritto ieri a Ca’ Farsetti il protocollo «Venice Blue Flag 2», accordo volontario con cui le compagnie di navigazione sulle emissioni dei carburanti. Dieci compagnie (Gruppo Carnival con Costa e P&O, Msc, Royal Caribbean, Cunard, Seaburn Princess, P&O, Disney Cruise, Saga group, Crystal Line, Premier Cruise) hanno firmato con il sindaco Giorgio Orsoni e il presidente del Porto Paolo Costa impegnandosi a far funzionare i loro motori dal momento dell’jngresso alle bocche di porto, con carburanti a contenuto di zolfo non superiore allo 0,1 per cento.

Il Porto parla di «svolta», che avrà come risultato la creazione di una «Green zone» in laguna e la sensibile diminuzione delle quantità di emissioni inquinanti. «Il porto di Venezia è il più pulito in Europa», dice Costa, «siamo sette anni in anticipo rispetto alla normativa europea». Sodisfatto anche il sindaco Giorgio Orsoni, «Ringrazio le compagnie per la disponibilità», dice, «questo è un primo passo importante, che ci consente di affrontare il tema delle grandi navi con maggiore concretezza». Alla firma erano presenti anche l’assessore all’Ambiente Gianfranco Bettin, il comandante della Capitaneria ammiraglio Tiberio Piattelli, il direttore dell’Arpav Renzo Biancotto. Entusiasta anche il presidente di Vtp Sandro Trevisanato. «L’accordo firmato oggi è un grande impegno in termini di sostenibilità di questo comparto, che adotta volontariamente misure ambientali superiori a quelle previste dalla legge. Le compagnie con un notevole sforzo economico dimostrano come questo segmento turistico sia attento a sviluppare un rapporto tra città e attività economiche, che dalle crociere ricava 180 milioni di euro di spesa, 5500 addetti». «Certo è un miglioramento della situazione attuale, ma la Green zone non esiste», commentano i Comitati No Grandi navi e Laguna Bene comune, «invitiamo giornalisti e cittadini a non cadere nelle trappole semantiche.

Il nuovo carburante è migliore di quello attuale, ma certo non è pulito, dato che lo zolfo nei diesel delle automobili è allo 0,001 per cento. Nei fumi delle navi non c’è solo zolfo ma anche metalli pesanti, idrocarburi, polveri sottili delle quali le navi sono le massime produttrici. Altro che chiusura del traffico domenicale. Si tratta dunque di una logica di riduzione del danno che ne presuppone l’accettazione. Le grandi navi vanno tenute fuori dalla laguna, come prevede il Piano di Assetto territoriale (Pat), appena approvato dal Consiglio comunale. senza ricorrere a nuove grandi opere anora più disastrose per l’ambiente lagunare come lo scavo del nuovo canale, o altre soluzioni a Marghera. «Inutile nascondere le navi e tenerle dentro la laguna», dice il portavoce Silvio Testa, i rischi rimarrebbero tutti». Ed ecco la polemica. Per l’Autorità portuale la condizione necessaria per discutere di alternative credibili – che anche le compagnie sono pronte ad accettare – è il mantenimento della Marittima, «struttura moderna e avveniristica». Il nuovo canale Contorta farebbe entrare le navi dalla bocca di porto di Malamocco senza passare davanti a San Marco. Il sindaco Giorgio Orsoni punta su Marghera, altri sul porto fuori della laguna, come quello progettato da Cesare De Piccoli a Punta Sabbioni. O quello proposto davanti a Sant’Erasmo dall’ex capo dei piloti Ferruccio Falconi. «La prima cosa da fare», dice Falconi, «è alimentare la nave da terra, così possono spegnere i motori». «I carburanti passo avanti ma non basta», dice il consigliere di «In Comune» Beppe Caccia, «bisogna trovare le alternative».

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