COMITATO NO GRANDI NAVI – LAGUNA BENE COMUNE
GRUPPO DI INTERVENTO GIURIDICO ONLUS
(gruppodinterventogiuridicoweb.wordpress.com)
L’Europa fermi le grandi navi incompatibili
Venezia/Cagliari, 3 settembre 2013
Il fronte per estromettere le grandi navi incompatibili dalla laguna di Venezia si amplia e si allarga alla Sardegna e punta all’Europa grazie all’alleanza tra il Comitato NO Grandi Navi e il Gruppo d’Intervento Giuridico che, assieme, hanno presentato un esposto alla Commissione Europea per l’immediata applicazione del decreto Clini – Passera che da marzo 2012 impone inutilmente il divieto di transito in Bacino di San Marco e in Canale della Giudecca delle navi oltre le 40 mila tonnellate di stazza lorda.
E’ la miglior risposta al tentativo del sindacato giallo Cruise Venice di criminalizzare con risibili querele chi denuncia i rischi di un crocerismo incompatibile con la fragilità della città e della laguna: sarà l’Europa a dire da che parte sta la ragione e non abbiamo dubbi su quale sarà la risposta.
Il Gruppo d’Intervento Giuridico (Grig) è un’associazione ecologista nata in Sardegna che opera a tutela dell’ambiente e del territorio in collaborazione con comitati, associazioni, cittadini, utilizzando gli strumenti del Diritto. In pochi anni, il Grig ha svolto oltre 1500 azioni legali, in più di 1200 casi ha ottenuto l’intervento delle Pubbliche Amministrazioni competenti e della Magistratura, ha presentato 65 ricorsi ai giudici amministrativi, ha dato vita a 18 costituzioni di parti civili in procedimenti penali.
“Noi del Gruppo d’Intervento Giuridico onlus – spiega il presidente Stefano Deliperi – riteniamo molto importante sostenere le richieste del Comitato veneziano No Grandi Navi – Laguna Bene Comune in questa fondamentale battaglia di civiltà: Venezia è una città unica al mondo per il suo valore storico-culturale, la Laguna è un ambiente unico al mondo per il suo valore naturalistico, è scandaloso che le autorità locali e nazionali non facciano nemmeno il minimo indispensabile per difenderle da un rischio così ingente. Le grandi navi a Venezia e alla Laguna portano soltanto pericoli e non lasceremo nulla d’intentato per salvaguardarle”.
Il Comitato e il Grig si sono risolti al passo dell’esposto alla Commissione Europea per rovesciare la logica perversa con la quale il Governo, l’Amministrazione comunale, l’Autorità Portuale stanno cercando le “alternative” richiamate dal decreto valutando solo le proposte incidentalmente oggi sul tavolo, tra le quali alcune prevedono devastanti scavi di nuovi canali in laguna, “tangenziali” tra le isole di San Servolo e San Clemente, nuovi terminal croceristici a Porto Marghera, senza domandarsi se esistano altre soluzioni al problema tra le quali il cambio di un modello incompatibile.
Non si tratta, insomma, di spostare il problema grandi navi in altri luoghi della laguna, mantenendo al suo interno rischi, pesantissimo inquinamento, erosione dei fondali, dando così il colpo di grazia a un ambiente già devastato da un secolo di adattamenti a una portualità evidentemente fuori scala. Si tratta, invece, di definire un limite di compatibilità e di estromettere dalla laguna ciò che eccede tale limite, nelle forme, tutte da studiare, che garantiscano ambiente e lavoro.
Da questo punto di vista, della proposta di numero chiuso avanzata dal ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, prendiamo solo il po’ di buono, ovvero la preoccupazione che vi traspare non solo per il Bacino di San Marco ma anche per la laguna, ma diciamo chiaramente che ridurre di una qualche cifra il numero delle navi non è una soluzione ma solo un tampone per abbassare la febbre. Le grandi navi vanno allontanate dalla laguna.
C’era più di un anno di tempo per imboccare questa strada, magari attraverso un concorso internazionale d’idee, ma le Autorità si sono prima perse nell’inazione poi si sono incaponite su alternative inaccettabili, mentre le grandi navi continuavano indisturbate a transitare a pochi metri da Palazzo Ducale: ora è arrivato il momento di dire basta e la responsabilità ricade sule spalle di chi fino ad oggi ha traccheggiato. Le grandi navi devono fermarsi da subito, si applichi immediatamente il divieto previsto dal decreto Clini – Passera e poi, con la calma che la delicatezza di Venezia e della laguna richiedono, ma con la rapidità che gli interessi in gioco sapranno certamente garantire, si cerchino le alternative vere, che pure ci sono, solo a volerle vedere.
Qui un promemoria che riassume i termini del problema e illustra la posizione del Comitato