Venezia, 16 agosto 2013
E’ sorprendente la sorpresa con la quale è stato accolto il “Rapporto Arpav 2012 sulla qualità dell’aria”, che dimostra come il traffico acqueo sia il maggior responsabile in comune del micidiale inquinamento da Polveri Sottili (Pm 2,5) e come la colpa più pesante di questo triste primato ricada sulla portualità e in particolare sulle crociere, le cui emissioni da sole incidono praticamente come l’intero traffico automobilistico di terraferma. E’ sorprendente perché il Comitato lo denuncia da sempre, fondandosi sulla letteratura internazionale, sulle risoluzioni del Parlamento Europeo e del Senato degli Stati Uniti, e in particolare sulle pubblicazioni di Arpav, come “Le emissioni da attività portuali, Febbraio 2007” e più recentemente sui suoi contributi a “Apice” (Common Mediterranean strategy and local practical Actions for the mitigation of Port, Industries and Cities Emissions), studio europeo pubblicato a Febbraio 2013.
Dunque, se finora non lo si è visto è perché non lo si è voluto vedere lasciando all’Autorità Portuale, alla Venezia Terminal Passeggeri, al sindacato giallo Cruise Venice la possibilità di fare dichiarazioni tranquillizzanti praticamente senza altro contraddittorio che non il nostro, spacciando per soluzioni epocali accordi privati come il Venice Blue Flag che incidono modestamente sull’inquinamento da biossido di zolfo, che la stessa Arpav considera “un inquinante primario non critico” (“Rapporto regionale 2012 sulla qualità dell’aria”, pag. 9), lasciando invece praticamente inalterato il pericoloso inquinamento da polveri sottili.
Dal sindaco, che è la massima autorità sanitaria della Città, pur da noi avvertito, ci saremmo aspettati maggior attenzione e più prudenza, soprattutto nel commentare la firma del Venice Blue Flag, nonché l’avvio di interventi correttivi che non riguardino il solo traffico automobilistico, come è stato finora, ma che tengano conto della sconvolgente “novità”. Ad oggi non se n’è sentito parlare.
Dallo stesso sindaco ci saremmo aspettati una proposta che, proprio per il gravissimo inquinamento che producono, allontanasse le grandi navi dalla laguna, non che le spostasse di neppure un chilometro portandole dalla Marittima a Porto Marghera nel baricentro di un’area ambientalmente fragile e densamente popolata, che ha già pagato il suo pesante prezzo all’inquinamento industriale. Lo stesso ci saremmo aspettati dal Governo e in particolare dal ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, che sposando come è parso di capire il devastante scavo del Canale Contorta Sant’Angelo proposto dall’Autorità Portuale si dimostra più attento agli interessi dell’industria delle crociere che non a quelli dell’ambiente e della salute dei cittadini.
Ora come panacea tutti parleranno di “cold ironing”, cioé della fornitura di energia elettrica alle navi dalle banchine, affinché almeno all’ormeggio spengano i motori, ma al riguardo invitiamo ancora alla lettura di Apice, laddove (pag. 51 del Rapporto) si dice chiaramente che, ammesso che un tale progetto sia realizzato, la maggior produzione di elettricità richiesta alla centrale Enel di Fusina e l’incremento dello sviluppo portuale previsto al 2020 consentiranno una riduzione delle concentrazioni di Pm 2,5 solo dell’1 per cento.
Come si vede, anche da questo punto di vista la soluzione è cambiare il modello di un crocerismo oggi incompatibile.