Venezia, 26 luglio 2013
La procedura adottata ieri nella riunione convocata a Roma dal ministero delle Infrastrutture per affrontare il tema del passaggio delle grandi navi da crociera in Bacino San Marco ha davvero dell’incredibile, sembra impensabile per un Paese serio: anziché porsi in maniera laica davanti a un problema per trovare la soluzione migliore prendendo in considerazione tutte le alternative possibili, come vorrebbe la logica di una Valutazione ambientale strategica (Vas), le altissime Autorità presenti si sono limitate a valutare le sole proposte incidentalmente sul tavolo senza neppure preoccuparsi di verificare se per caso non ve ne fossero delle altre o se non se ne potessero immaginare di diverse.
Delle sei di cui si è parlato nei giorni trascorsi, tre non sono state prese in considerazione, non si sa in base a quali valutazioni, e tre sono state “promosse” in vista di una nuova scrematura da farsi il 15 settembre: tra queste ultime, perfino la pazzesca proposta dello scavo di un nuovo canale alle spalle della Giudecca, tra San Giorgio, Le Grazie e San Servolo, lanciata dal parlamentare di Scelta Civica Enrico Zanetti. Poco più di un’ideuzza, presentata appena da qualche settimana sui giornali.
Se tanto ci dà tanto, allora ricordiamo a lorsignori che di proposte analoghe ce ne sono di diverse, avanzate da persone di ben altra competenza marittima e lagunare che non l’on. Zanetti: un terminal a San Leonardo, ad esempio, oppure davanti al Bacàn.
Ne avanziamo una anche noi: si potrebbe dividere in due il Lido approfittando anche del “buco” del Palazzo del Cinema per rivitalizzare l’ex Isola d’Oro approfittando dell’attrattiva turistica che il passaggio delle grandi navi certamente costituirebbe, scavando poi un canale rettilineo di pochi chilometri all’incirca dalla darsena del Casinò alla Giudecca. E ben vero, però, che si potrebbero far passare le navi anche dal Canale delle Navi (lo dice la parola stessa… ) facendole poi transitare tra Murano e Cannaregio; in fondo basterebbe spostare solo un po’ il Ponte della Libertà, cosa si vuole mai che sia…
Fuor dei paradossi ai quali si può arrivare seguendo le “logiche” di lorsignori, ribadiamo che l’unica vera alternativa al passaggio delle grandi navi a San Marco non è una qualche nuova collocazione o un qualche nuovo percorso qua e là in giro per una laguna già devastata ma cambiare modello: far entrare in laguna solo le navi compatibili e lasciar fuori tutte le altre, nel modo che un domani si potrà decidere solo se saranno insufficienti l’indotto e il lavoro garantiti da una Marittima in parte destinata a una portualità passeggeri coerente con la scala di Venezia e in parte riconvertita a nuove funzioni.