Comunicato n. 85 – L’UNICA VERA ALTERNATIVA E’ IL CAMBIO DI MODELLO

L’UNICA VERA ALTERNATIVA E’ IL CAMBIO DI MODELLO

Venezia, 23 luglio 2013

La decisione assunta oggi nella riunione interministeriale a Roma sul crocerismo non ha compiuto il necessario salto di qualità, evitando di fare l’unica strategica scelta di prospettiva per salvare la portualità che già oggi gigantismo navale, crescita del livello del mare, vincoli del Mose alle bocche di porto, dissesto della laguna imporrebbero, e cioé quella dell’estromissione delle navi incompatibili dalla laguna.
La scelta, al contrario, lascia aperte tutte le porte nell’ottica dell’attuale modello di portualità, risolvendo forse il problema del passaggio delle grandi navi in Bacino di San Marco ma mantenendo nel cuore di un’area ambientalmente fragile e densamente popolata tutte le principali criticità, a partire dal pesantissimo inquinamento, la devastante erosione dei fondali, il rischio di incidenti anzi aumentato dalla prevedibile congestione futura del Canale dei Petroli.
L’aver affidato all’Autorità Marittima, che ha sempre coperto ogni scelta dell’Autorità Portuale, e al Magistrato alle Acque, che negli anni ha permesso ogni devastazione in laguna, la scelta tecnica tra le proposte sul tappeto non è una garanzia ma al contrario la premessa per scelte che già oggi si possono intuire e che assicureranno l’en plein per le compagnie da crociera, disegnando per la città un futuro da Rotterdam del crocerismo.
I giornali affermano che le proposte in alternativa sono sei ma dimenticano sempre la settima, quella del Comitato: il cambio di modello, l’obiettivo di una portualità compatibile con la città e la laguna. Dentro le navi compatibili, magari in una Marittima in parte riconvertita, fuori quelle incompatibili nei modi che un concorso d’idee internazionale potrebbe suggerire. Questo non è stato neppure preso in considerazione, ancorché blandamente evocato dall’ordine del giorno del consiglio comunale come possibile graziosa concessione da parte dell’Autorità Portuale.
Deve essere chiaro a tutti che la controparte del Comitato NO Grandi Navi non sono i lavoratori portuali ma coloro che li strumentalizzano, evocando inesistenti perdite di posti di lavoro qualora si cambiasse il modello di crocerismo che danneggia la città e la laguna, e quei politici che ne cavalcano le legittime paure. Agitare il ricatto occupazionale per mantenere uno status quo utile solo a pochi e incompatibile con l’ambiente e la salute è una pratica che i poteri forti utilizzano sempre ma nella quale i lavoratori per primi non devono cadere perché il loro interesse è una portualità nuova, che abbia un futuro altrimenti a rischio per oggettive condizioni ambientali e strutturali.

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