Comunicato n. 75 del 20 maggio 2013 dell’intesa siglata a Ca’ Farsetti per la riduzione di zolfo nel carburante delle navi da crociera.

Invitiamo giornalisti e cittadini a non cadere nelle trappole semantiche delle autorità e delle Compagnie da crociera: non ci sarà alcuna “green zone” in laguna di Venezia solo perché ieri è stato firmato un accordo in virtù del quale le navi da crociera utilizzeranno dall’ingresso alle bocche di porto carburanti con tenore di zolfo allo 0,1 per cento. Non si tratta di carburante pulito, visto che il tenore di zolfo nel diesel delle automobili è ad esempio allo 0,001 per cento, ma solo di carburante un po’ meno sporco, senza contare che nei fumi emessi nell’aria dalle navi da crociera non vi è solo zolfo, ma sono presenti tantissimi altri inquinanti come ossidi d’azoto, monossido di carbonio, idrocarburi volatili, diossine, furani, esaclorobenzene, bifenile policrorinato, metalli pesanti (piombo, mercurio, arsenico etc), senza contare le polveri sottili (pm10 e pm2,5) delle quali le grandi navi sono tra le maggiori produttrici nel territorio comunale. Altro che targhe alterne domenicali!

  Nessuno nega che si tratti di un miglioramento della situazione attuale, per quanto spacciato per epocale, ma si inscrive comunque in una logica di riduzione del danno che ne presuppone l’accettazione, cosa che va invece rifiutata. Le grandi navi inquinanti, pericolose per la fragilità della città, la salute dei cittadini, il riequilibrio morfologico dell’ambiente, vanno tenute fuori dalla laguna, così come indica il Piano di Assetto del Territorio, e vanno respinte ipotesi come quella del devastante scavo del Canale Contorta Sant’Angelo o quella del nuovo terminal croceristico a Porto Marghera che nasconderebbero solo il problema agli occhi della gente mantenendo nel cuore dell’area urbana veneziana tutti i rischi connessi col crocerismo dando il colpo di grazia alla laguna.

  L’accordo siglato oggi è stato venduto per fatto ai primi di marzo, poi le navi hanno continuato a sputare fumi neri e solo per le segnalazioni del Comitato si è scoperto che nulla era stato firmato, segno del disperato tentativo delle autorità, che da un anno a questa parte non hanno mosso foglia, di dare alla popolazione l’illusione di un attivismo inesistente, e anche il trionfalismo di oggi nasconde la debolezza delle istituzioni che non danno risposte, difendendo nei fatti lo status quo.

  E’ ora di dire basta, e lo faremo con forza il 7 – 8 – 9 giugno con una grande manifestazione internazionale che darà ulteriore forza alla nostra richiesta: fuori da subito le navi incompatibili.

 

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