Comunicato n. 59 del 5 febbraio 2013 sul convegno di Charleston

_large_harboringheaderDomani a Charleston nel South Carolina (Usa) si aprirà un importante convegno internazionale sui problemi del crocerismo nelle antiche città portuali: dal 6 all’8 febbraio esperti, storici, rappresentanti istituzionali e delle comunità locali discuteranno sui presunti benefici e sui costi mai calcolati di un’industria turistica molto attenta ai propri utili e poco ai rischi imposti alle località toccate dalle crociere.
Il convegno (“Harboring Tourism: A Symposium on Cruise Ships in Historic Port Communities”) è organizzato dal World Monuments Fund, una delle massime organizzazioni protezionistiche statunitensi, e dal Charleston Communities for Cruise Control (detto 4C), un movimento locale analogo al nostro Comitato NO Grandi Navi, e naturalmente il Comitato vi parteciperà con materiale video e comunicazioni preparate ad hoc.
Il convegno dimostra, se ve ne fosse bisogno, che la mobilitazione avvenuta a Venezia non è il frutto isolato di pochi ambientalisti scalmanati, ma la versione lagunare di tanti movimenti di cittadini preoccupati che dovunque nel mondo stanno prendendo consapevolezza dei gravissimi problemi connessi con un modello di crocerismo che per unica giustificazione ha i guadagni delle compagnie armatoriali. La gente è in strada a Mobile in Alabama come a Ragusa in Croazia (Dubrovnik), a Savona come a Civitavecchia, a Genova come nel Mar Baltico.
Allora, forse, il tema non è solo dove mettere queste navi per toglierle da San Marco, come parrebbe nel leggere della diatriba tra il presidente della Venezia Terminal Passeggeri, Sandro Trevisanato, e il sindaco, Giorgio Orsoni, ma è affrontare questo modello di crocerismo incompatibile, ragionando sulle stazze, i pescaggi, i carburanti davvero puliti, l’impatto turistico.
Se Comune, Autorità Portuale, Venezia Terminal Passeggeri vogliono comunque ridurre il problema al solo braccio di ferro tra lo scavo del Canale Contorta Sant’Angelo e il possibile Terminal a Porto Marghera, allora ricordiamo che di progetti ve ne sono altri (Terminal off shore, Perla De Piccoli, Santa Maria del Mare, Porto San Leonardo, Marittima 2 in Cassa di Colmata A, solo per citarne alcuni) e che “tutti” vanno portati a conoscenza dei cittadini e per legge vanno approfonditi e messi a confronto in termini critici, compresa naturalmente anche l’opzione zero.

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