Sono usciti I risultati della ricerca condotta dalla tedesca Nature and Biodiversity Conservation Union e dalla americana Friends of the Earth, due grandi organizzazioni ambientaliste, sul livello di inquinamento di quattro porti: Amburgo, Manhattan terminal crociere, Rostock e Venezia. Le misure riguardano i livelli di concentrazione delle polveri ultrasottili per centimetro cubo.
I test sono stati fatti in presenza di navi in stazionamento con i motori accesi e a Venezia anche durante il transito in Riva dei 7 martiri lo scorso 16 settembre, quindi in un periodo in cui era in vigore l’accordo Blue Flag 2 sul controllo dei combustibili. Il risultato è sconvolgente. A Venezia, come negli altri porti, si arriva a 200.000 particelle per centimetro cubo o più. E questa misura è nettamente separate dall’inquinamento di fondo che è stato misurato ed è molto inferiore.
Le polveri sottili penetrano in profondità nei polmoni e creano problemi di salute, malattie respiratorie e morti premature. Sono cancerogene e paragonabili, nei loro effetti, all’amianto, secondo Leif Miller, alto dirigente della Nature and Conservation Union. Questi risultati sono coerenti con l’indicatore di inquinamento da polveri sottili calcolato dall’Agenzia Europea per l’Ambiente e pubblicato dalla stampa internazionale lo scorso ottobre. Secondo questo indicatore Venezia ha un pessimo posto in graduatoria perchè supera per quasi 90 giorni il limite di tolleranza ammesso dall’Unione Europea.
Su questi problemi siamo tornati più volte nel passato, ed è importante che questi risultati siano pubblicati ora, dopo che ci sentiamo da settimane dire che le navi non inquinano, non emettono polveri, che siamo esagerati e nemici dei lavoratori. Essere amici dei lavoratori nascondendo i problemi è la cosa peggiore perché i nodi vengono inevitabilmente al pettine, prima o poi. Taranto insegna.
In laguna non devono entrare le grandi navi che ne distruggono la morfologia e che sono pericolose. A Venezia, comunque, devono entrare solo navi compatibili con la vita della città e la salute dei suoi abitanti, navi dotate di apparecchi di controllo delle emissioni, navi compatibili con la salvaguardia della laguna, della sua struttura e che rispettino la fragilità della città storica, quella fragilità che è allo stesso tempo la fonte della sua ricchezza.
Comitato no Grandi Navi