Il MO.S.E. è un’opera più volte e da più parti denunciata come sbagliata, contra legem, tecnicamente già obsoleta, costosa, dannosa per l’ecosistema lagunare, inutile per la salvaguardia ma utile solo per chi la costruisce. Il MO.S.E ignora tutti i rilievi critici e le soluzioni alternative, è un’opera progettata e costruita nonostante la protesta popolare e quel mondo scientifico che non rientra nel libro paga di quei poteri forti oggi carcerati dalla magistratura.
Gli esorbitanti costi di realizzazione, gestione e manutenzione del MO.S.E. contribuiscono ad alimentare quel debito pubblico che tutti noi siamo chiamati a rimborsare e che andrebbe, invece, addebitato a quei poteri incontrollati che lo producono. Solo adesso si scopre (o meglio, la grande stampa scopre) che la realizzazione dell’opera porta con sé reati e corruzione, elementi endemici in un sistema di mercato, rivolto soprattutto alle grandi opere. Il MO.S.E. fin dal suo concepimento ha manifestato chiaramente, con la Concessione Unica, le opportunità per essere consegnata, senza alcun controllo, al groviglio di interessi e profitti privati a danno della finanza pubblica. Le indagini, che ancora continuano, meglio sveleranno con quali coperture e connivenze di una politica sempre più distante dai reali interessi e controlli pubblici.
Nessuna meravigli quindi che ciò sia potuto succedere; quello che più colpisce è che invece si persevera e si proseguono i lavori alle bocche di porto senza alcuna pausa di riflessione volta a bloccare prima e riconvertire conseguentemente il sistema MO.S.E.
Un esempio è rappresentato dalle irresponsabili dichiarazioni del nuovo Presidente del Consorzio Venezia Nuova sulle virtù del MO.S.E. e dalla recente posa in opera delle prime paratoie nella bocca di Treporti senza che si sia provveduto, come autorevoli studi inoppugnabilmente richiedono, a dimostrare il superamento dell’instabilità dinamica (fenomeno della “risonanza”) delle stesse paratoie: nella situazione attuale, una incontrollata ed irregolare amplificazione dell’angolo di oscillazione, causata da particolari condizioni di mare e vento non infrequente in mare, può provocare un collasso della struttura mettendo in discussione l’efficacia stessa della barriera di contenimento del dislivello di marea.
L’associazione AmbienteVenezia continuerà nella sua azione di denuncia e di reale contrasto, ricordando che, con una petizione con oltre 12.500 firme mantiene aperta in Europa una vertenza contro il MO.S.E. nella cui documentazione già venivano segnalate le incongruenze tecniche e le possibili ripercussioni giudiziarie.
Questo sistema affaristico non è in grado di autoriformarsi e i danni che sta provocando avranno profonde ripercussioni su noi tutti e sulle future generazioni compromettendo l’intera laguna e con essa la stessa Venezia
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Il sistema MO.S.E. (oggi con più forza potremmo chiamarlo il sistema delle corruttela) ha creato troppi danni. I fatti ormai impongono un radicale cambiamento in corso d’opera volto finalmente a recepire le soluzioni alternative, pur in presenza di un costoso avanzamento dei lavori dell’opera, ancora oggi possibili con un parziale recupero della spesa ed il risparmio di quelle miliardarie per il completamento.
Nell’interesse della laguna, della città, dei veneziani e del mondo intero, il Consorzio Venezia Nuova va sciolto e va eliminato di conseguenza il sistema a concessione unica.
Venezia 13 luglio 2013