La Commissione di Studio sui problemi della città e della laguna di Venezia dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti segue con viva preoccupazione l’evoluzione del dibattito sui progetti per consentire alle grandi navi da crociera di approdare alla Stazione della Marittima senza passare in bacino di S. Marco.
Questa tematica non può non essere inserita nella più ampia sfida che riguarda uno sviluppo sostenibile di Venezia e della sua laguna e che richiede un modello di sviluppo economico compatibile con la salvaguardia di Venezia come bene culturale e della sua laguna come bene ambientale di pregio unico al mondo. Rispondere a questa sfida richiede che oggi venga affrontato, con un’ottica di lungo periodo, il problema di come arrivare ad una adeguata regolazione e qualificazione dei flussi turistici, del cui sviluppo senza controllo l’attuale attività crocieristica è manifestazione.
In attesa di una soluzione che estrometta le grandi navi dalla laguna, acquistano grande importanza le scelte di più breve periodo: a questo proposito si parla con insistenza dello scavo di un nuovo canale navigabile per evitare il passaggio delle navi nel bacino di S.Marco.
La Commissione ritiene che non sia pensabile ripetere l’errore del canale Malamocco-Marghera, realizzato con una progettazione carente rispetto ai problemi idraulici e morfologici della Laguna e senza alcuna verifica delle criticità indotte senza monitorare gli affetti dell’opera rispetto al regime delle correnti di marea e all’evoluzione morfologica neppure negli anni successivi alla sua realizzazione, nonostante chiare indicazioni di autorevoli studiosi.
Dal punto di vista metodologico, tenuto conto dei limiti imposti dalla necessità di salvaguardia della laguna, che comunque è interessata nel suo complesso insieme dalle opere in fase di studio, la Commissione ritiene che:
• la soluzione da realizzarsi dovrà essere individuata mediante un confronto fra diverse proposte, considerandone le conseguenze con riferimento agli aspetti idraulici, morfologici, economici e trasportistici;
• la definizione della dimensione di una nave da crociera compatibile rispetto alla morfologia attuale della laguna di Venezia deve individuare l’opzione rispetto alla quale valutare costi e benefici degli interventi e delle prospettive di sviluppo della navigazione lagunare;
• le valutazioni di carattere idraulico e morfodinamico degli interventi dovranno essere condotte evidenziandone gli effetti: i) sul regime idraulico generale della laguna; ii) sull’intensità del moto ondoso generato dal vento, alla luce delle importanti variazioni locali di profondità indotte dalla marea nel suo evolversi nel tempo; e iii) sull’eventuale spostamento della fascia di partiacque, con particolare riferimento alla città di Venezia;
• il regime locale delle correnti e le interazioni con i fondali mobili del canale e dei bassifondi adiacenti dovranno essere esaminati per valutare l’intensità dei processi erosivi indotti dalla navigazione e gli eventuali provvedimenti di confinamento da adottare per mitigarne le conseguenze locali e generali. Per non ripetere l’esperienza del canale Malamocco-Marghera, sarà opportuno che, soprattutto con riferimento alle interazione locali correnti-fondali, le indagini teoriche siano affiancate da studi di tipo sperimentale su modello fisico in scala ridotta;
• il monitoraggio dell’opera debba essere effettuato attraverso campagne sistematiche e periodiche per osservare sperimentalmente le eventuali modificazioni indotte sulla morfologia e sull’idrodinamica locale.
La Commissione osserva che la neutralizzazione degli impatti del canale Malamocco-Marghera, auspicata dal lontano 1979 e purtroppo mai attuata, dovrà comunque essere realizzata indipendentemente dall’escavo di un nuovo canale navigabile. Fin da subito va rilevato che non sono proponibili opere di confinamento del canale Malamocco- Marghera (ma anche di un eventuale nuovo canale) realizzate con materiali inadatti alla laguna. Semmai queste strutture dovranno realizzarsi ripetendo le tipiche forme lagunari (barene), assegnando loro quote opportune in modo da favorire su di esse la produzione di suolo organico, evitando di confinarle con strutture fisse e lasciandole possibilmente in libero scambio con gli specchi d’acqua dei bassifondi adiacenti.
Si ritiene in ogni caso che a quanto sopra indicato si debba procedere in tempi rapidi, ma senza ingiustificate accelerazioni che non consentano la ponderata analisi dei problemi che dovranno essere affrontati.
Documento approvato all’unanimità.
Prof. Gian Antonio Danieli, presidente Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti
Prof. Luigi D’Alpaos Università degli studi di Padova
Prof. Ignazio Musu Università Ca’ Foscari di Venezia
Prof. Gherardo Ortalli Università Ca’ Foscari di Venezia
Prof. Andrea Rinaldo Università degli studi di Padova Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne
Prof. Francesco Vallerani Università Ca’ Foscari di Venezia
Venezia, 22 novembre 2013