(ITA/ENG) A Venezia, mentre combattiamo il passaggio delle grandi navi da crociera, sentiamo immediatamente di essere impegnati in qualcosa di più di una “semplice” lotta ambientalista. In questa città, dove le strade sono fatte d’acqua, battersi per la salvaguardia dell’ecosistema lagunare significa automaticamente battersi per il diritto alla città, per la difesa del suo spazio pubblico, per evitare la distruzione di uno stile di vita unico che è prezioso patrimonio comune.
“We are water”, dicono i Protectors di Standing Rock. Questa affermazione risuona a Venezia. La capiamo, pur essendo interpreti di una visione cosmogonica diversa da quella dei nativi americani, noi siamo acqua e siamo pietra e siamo corpi. Quando si minaccia uno solo di questi elementi, è la città tutta ad essere in pericolo.
In questo strano luogo, ambiente e città sono la stessa cosa e non è possibile difenderli senza fare i conti con il grande tema della democrazia. Oggi noi abbiamo contro il sindaco, l’autorità portuale, il governo e naturalmente le multinazionali delle crociere. Tutti sordi al grido della città e delle decine di migliaia di persone che in tutto il mondo si indignano.
Abbiamo di fronte il modello di sviluppo neoliberale, dove un capitalismo parassitario svuota la città di abitanti per riempirla di turisti. Dovremmo continuare ed innovare quel carattere della storia veneziana che si presenta come grande ed equilibrata sapienza nell’intervento dell’uomo sull’ambiente, invece succede l’opposto. Le navi passano di fronte a Piazza S.Marco e inquinano l’aria che respiriamo. Qualcuno vorrebbe addirittura lo scavo di nuovi grandi canali, devastanti per l’equilibrio lagunare. Con la scusa di salvarci dall’acqua alta ci hanno imposto una grande opera, il MOSE che non funzionerà perché è nata come irresistibile occasione di corruzione e di arricchimento per politici ed imprenditori; lo dicevano i movimenti quindici anni fa, lo dimostrano oggi le indagini.
Lo scrittore indiano Amitav Ghosh ci ricorda che nell’Antropocene (il tempo in cui gli esseri umani sono diventati agenti geologici, modificando i più basilari processi fisici della terra), per essere all’altezza della sfida, tutti dobbiamo cambiare radicalmente il nostro modo di guardare al mondo. Lo devono fare gli storici, gli scienziati, i politici e gli artisti. Ci dice invece che troppo spesso questi soggetti sono preda di “una grande cecità”, dell’incapacità di trarre le corrette conseguenze da una premessa così importante. Bene, anche noi, attivisti d’Europa, siamo chiamati a trasformare i paradigmi di lettura del mondo che ci sono cari, quelli dentro cui siamo cresciuti.
La sfida non è quella dell’ennesima creazione dell’ennesima rete, quanto piuttosto la produzione di un nuovo discorso, di un nuovo immaginario, di un nuovo spazio pubblico all’altezza delle sfide che questa nostra epoca ci presenta. Certo siamo ancora lavoratori precari, studenti, operai, migranti, donne, queer, ma tutti dobbiamo fare i conti, sul serio, con la nostra natura non più trascurabile di agenti geologici.
Per noi, dunque, questa assemblea che unirà comitati e attivisti provenienti da tutta la regione, da tutta Italia e da molti paesi europei, sarà un’occasione preziosa per confrontarci su questi temi, sulle possibilità di metterli in pratica nella quotidianità delle nostre lotte; perché oggi, nel tempo della crisi climatica, la lotta ambientale è sempre una lotta che tiene insieme piani apparentemente separati: modello di sviluppo, lavoro, migrazioni, diritto alla città, democrazia, stili di vita, lotte collettive, repressione, cultura.
C’è molto da fare, ma la ricchezza di comitati, movimenti e attivisti che si battono sui terreni della giustizia ambientale e della difesa dei territori è un fatto importante e la nostra certezza è che abbia le capacità di cambiare le sorti dell’Europa.
Comitato No Grandi Navi – Laguna Bene Comune
/// Venezia 23-24 Settembre. Appello europeo ai movimenti per la difesa dei territori, la giustizia ambientale e la democrazia. ///
Elenco in aggiornamento delle adesioni
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INTERNATIONAL ASSEMBLY OF EUROPEAN MOVEMENTS
FOR THE DEFENCE OF THE TERRITORY, ENVIRONMENTAL JUSTICE AND DEMOCRACY
Venice, September 23rd 3:00pm S.a.L.E. Docks – Dorsoduro 265, Venice
Here in Venice, being actively against the large cruise liners means doing much more than fighting an environmental battle. In this city, where streets are waterways, fighting to protect the lagoon ecosystem means actively reclaiming our right to the city, defending public spaces and avoiding the destruction of a unique lifestyle, a precious heritage for all.
Standing Rock protectors stated “We are water”. This resonates throughout Venice.
Despite representing a cosmogonical vision which differs from that of native Americans, we know and understand this, because we too feel we are water, we are stone and we are bodies.
When one of these elements is under threat, this endangers the whole city.
Protecting these elements is not possible without facing the great issue of democracy.
Right now our Mayor, Port Authority, the Government and of course the cruise liner companies are all against us. The play deaf to the voices of the city and of the tens of thousands of angry people around the world.
We are facing the growth of neo-liberalism, where a parasitic capitalism, populate the city by swapping local residents with tourists.
We are doing the opposite of continuing along what historically is a fair and balanced Venetian awareness of human intervention on the environment. The big ships pass in front of St Mark’s Square and pollute the air we breathe. Some people would go as far as to dig and create new canals, devastating for the lagoon equilibrium.
The huge MOSE project, forced upon us by those who claimed it would provide a safe barrier against the high tides, was nothing but an irresistible opportunity for corruption and enrichment of businessmen and politicians; activists stated this 15 years ago, inquiries results prove it today.
The Indian writer Amitav Ghosh reminds us that within Anthropocene (the state in which humans became eco-agents, who could modify the most basic natural processes), we must radically change the way we look at the world, if we want to be up to this challenge.
Historians, scientists, politicians and artists all must do this.
But it is all too often said that they fall prey of a great blindness, an inability to exploit the right consequences of such an important premise.
We, Europe’s activists, heed the call to transform the paradigms of knowledge of the world we cherish the most, the same paradigms we were raised in.
The challenge is not to create yet another network, but rather to install a new a new dialogue, a new idea, a public space which can withstand the modern age challenges we face.
And of course we are still casual employees, students, factory workers, migrants, women, queers, but we all must face our no longer deniable role of environmental agents.
This assembly which unites groups and activists from the entire region, Italy and many other European countries is therefore a precious chance to focus on these issues together, an opportunity to apply them to our daily struggles; because these days, in the age of climate change, the fight for the environment is one which blends together layers which appear separate; development models, employment, immigration, right to the city, democracy, lifestyle, collective struggles, repression, culture.
There is great work to be done, but the wealth of committees, movements and activists who are at the front line of environmental justice and of territory defense is an important reality and we are absolutely certain it is what can change Europe’s destiny
Comitato No Grandi Navi – Lagoon as Common Good