A Venezia «per mare e per terra» contro le Grandi Navi

Sono tanti i colori di Venezia oggi, nelle acque lagunari e sulle rive. Il bianco e il rosso delle bandiere “no grandi navi” si fondono con quelli degli altri comitati ambientali – giunti a Venezia da tutto il Veneto e dal resto d’Italia -, con le decine di barche che hanno invaso il Canale della Giudecca, con le barricate di palloncini. Fermare le grandi navi da crociera, bloccarne per sempre il passaggio in laguna è diventata una priorità non solo per la sopravvivenza di Venezia, ma anche per coloro che credono in un altro modello di sviluppo, non più basato sulla devastazione dei territori, sull’arricchimento di multinazionali e consorterie, sulla negazione di democrazia.

Proprio la questione delle Grandi Navi è emblematica della continuità del governo “giallo-verde” con i precedenti nella tutela dei grandi interessi. Per questa ragione, nell’assemblea nazionale di ieri a cui hanno partecipato comitati e movimenti di lotta di tutto il Paese, è partito un percorso di mobilitazione contro l’attuale governo, per la giustizia ambientale. Una sfida che parte dal lucro politico fatto dal MoVimento 5 Stelle sui temi ambientali ed ecologici, dai decenni di malgoverno della Lega, sia a livello regionale che nazionali, ma soprattutto dalla consapevolezza che l’unico cambiamento reale ossa partire solo dai movimenti.

La manifestazione si è aperta con la sfilata delle piccole imbarcazioni, partita dalla Giudecca. Oltre all’inquinamento dell’aria e dell’acqua, all’erosione dei fondali e alla promozione di un turismo massivo, le navi da crociera esasperano il moto ondoso, che rende pericolosa la navigazione delle barche a remi e di tutte quelle a basso pescaggio.

Tante le voci che si susseguono al microfono in riva: «non ci sono governi amici» è lo slogan più ripetuto. Lo dicono in No Tav, che in Valsusa stanno vivendo sulla propria pelle il “voltagabbana” dei 5 Stelle; lo dicono tutti i comitati ambientali. Ma lo dicono anche i tanti studenti presenti oggi alla manifestazione, che si sono organizzati per partecipare ai giochi d’acqua. Al moto ondoso che causa danni gravissimi al fragile ecosistema di #Venezia hanno deciso di contrapporre zattere a remi autocostruite. Il collettivo universitario Lisc di Venezia e Spam di Padova scendono in acqua per contrastare lo sfruttamento indiscriminato che questa città sta subendo a favore di pochi e a danno di molti.

Nel corso della manifestazione 4 grandi navi. Nel corso del week-end ne sarebbero dovute passare ben 18 (record assoluto!), ma molte hanno preferito anticipare la partenza o spostarsi in altri porti proprio per paura delle contestazioni.previste oggi. Al passaggio della prima nave da crociera, scortate da barche e  motovedette della polizia, dalla riva si alza il coro: «Vergogna, vergogna!». Intanto i barchini dei manifestanti iniziano la loro azione di contrapposizione, che durerà per tutta la giornata.

La polizia ha un atteggiamento sempre più provocatorio. Con spericolate manovre mette in pericolo le tante barche che ci sono nel canale della Giudecca. Contro alcuni manifestanti vengono usati idranti, mentre dalla riva si canta: «La laguna paura non ne ha!».

Al passaggio della terza grande nave una nave della polizia ha tentato di affondare alcuni barchini, mettendo a repentaglio la vita dei manifestanti. «La violenza della polizia in acqua dimostra che questo governo protegge gli interessi delle grandi compagnie crocieristiche. Ma noi non ci fermiamo» afferma dal microfono il comitato, che rilancia verso il percorso di mobilitazione nazionale apertosi con l’assemblea di ieri.

(articolo di Globalproject)

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