COMUNICATO STAMPA AMBIENTEVENEZIA
Oggi 14 marzo 2015 una delegazione dell’associazione AmbienteVenezia è presente a Torino alla cerimonia di apertura del TRIBUNALE PERMANENTE DEI POPOLI sessione dedicata a: DIRITTI FONDAMENTALI, PARTECIPAZIONE DELLE COMUNITÀ LOCALI E GRANDI OPERE (Dal Tav all’Europa) che si tiene nell’ aula magna della Cavallerizza Reale – via Verdi 9 – Torino
sono presenti tra gli altri anche : Franco Ippolito (presidente Tribunale Permanente dei Popoli)
e i giudici del TPP Mireille Fanon Mendès-France (Francia) Antoni Pigrau (Spagna) Roberto Schiattarella (Italia), Vladimiro Zagrebelsky (Italia)
questa sessione è dedicata principalmente alla TAV ma verranno affrontate anche altre grandi opere.
La nostra delegazione presenterà e consegnerà ai Giudici del Tribunale Permanente dei Popoli un ESPOSTO relativo al Progetto MOSE in fase di Realizzazione nella Laguna di Venezia con la richiesta di aprire una sessione dedicata a questa vicenda da tenere al più presto a Venezia.
In allegato trovate l’esposto completo; qui sotto riportiamo solo la parte iniziale e finale del documento:
Al segretario generale del Tribunale Permanente dei Popoli
Presso Fondazione Lelio e Lisli Basso
Via della Dogana Vecchia 5
O0186 ROMA
Oggetto: Esposto sul Progetto MOSE – in fase di realizzazione nella Laguna di Venezia
I sottoscritti chiedono a codesto Tribunale l’apertura di un procedimento teso ad accertare se nella vicenda della progettazione e costruzione del MOSE, che vede contrapposte in un conflitto ormai pluriennale, da un lato, le istituzioni centrali dello Stato ed il consorzio di imprese preposte alla costruzione dell’opera e, dall’altro lato, la stragrande maggioranza della popolazione e le loro associazioni, sono stati rispettati i diritti fondamentali dei cittadini singoli od associati, ovvero se, come ritengono i sottoscritti, vi siano state gravi e sistematicamente violazioni di tali diritti
Il tema oggetto del possibile presente esposto riguarda la costruzione di una grande opera per difendere Venezia dalle acque alte eccezionali denominata MOSE. Essa si inquadra nel rapporto che Venezia ha con le acque alte che la inondano periodicamente ed il cui fenomeno ha assunto rilevanza nazionale ed internazionale dopo che una catastrofica mareggiata avvenuta nel novembre 1966 ha completamente sommerso Venezia e gli altri centri lagunari con una marea eccezionale di 1,94 cm. s.m.m.. Da quell’evento calamitoso emerge nettamente la consapevolezza che la salvaguardia della città stessa non sarà più certa se non si interverrà per difenderla. Oggi si è ritenuto di risolvere la questione con questa grande opera contestata denominata MOSE. ( 4 schiere di paratoie a ventola a spinta di galleggiamento, oscillante ed a scomparsa; paratoie che normalmente restano sul fondo piene d’acqua; in caso delle alte maree eccezionali vengono sollevate, immettendo aria compressa, fino a farle emergere in modo da isolare temporaneamente la laguna dal mare. )
Un percorso durato decenni in cui si partiva dalla necessità unanimemente condivisa di dover affrontare il fenomeno delle acque alte la cui presenza periodica e con eventi eccezionali sempre più frequenti poteva pregiudicare la stessa esistenza di Venezia; e l’interesse sulla questione, a tutti i livelli istituzionali, è ricco di studi, ricerche, sperimentazioni, qualificate espressioni del mondo scientifico, dibattiti approfonditi ed articolati, nonché da un nutrito corpo legislativo ( esistono in proposito specifiche leggi speciali per “ la salvaguardia di Venezia e la sua laguna “).Un tema, quello della difesa dell’ecosistema veneziano, che per la quantità e qualità delle argomentazioni trattate probabilmente non ha uguali nel mondo.
E’ LA SOLUZIONE ADOTTATA CHE VIENE CONTESTATA; e fin dal momento in cui si prospetta la soluzione progettuale Mose inizia un vasto movimento di opinione avverso a tale opera che attraversa e caratterizza tutto l’iter progettuale del Mose, sia nella fase progettuale ( anni 90 ) che in quella esecutiva di realizzazione ( 2015 ). Le numerose critiche al Mose sono di tipo procedurale, progettuale, di cantierizzazione e di gestione ( tutto largamente documentabile con appositi documenti disponibili che per brevità si omettono); i principali rilievi si possono ricondurre al fatto che, in tanti anni, non sono mai state fatte le preliminari sperimentazioni in scala reale per riportare le bocche di porto alle configurazioni che avevano in passato, e ridurre quindi gli scambi mareali tra mare e laguna. Inoltre il progetto Mose, oltre ad aver avuto dei pesanti pareri contrari di organi istituzionali ( es. Valutazione di Impatto Ambientale negativa 1998 ) e delle forzature procedurali, non ha i requisiti di sperimentalità, flessibilità e reversibilità previste dalla legge. Molti altri dubbi e perplessità riguardano il funzionamento, la sua efficacia con il previsto innalzamento del livello del mare, la sua compatibilità con la portualità e, in generale, la sua totale inefficacia rispetto agli obiettivi primari della salvaguardia lagunare ( arresto ed inversione del degrado lagunare, riequilibrio della laguna, ecc.). Nel lungo iter procedurale si riscontrano prese di posizioni diversificate ed a volte contrastanti tra le stesse istituzioni con il Comune di Venezia, principale dominus della questione, che ha avuto un sindaco ed una maggioranza che hanno approvato il Mose ( 2003 ) ed un altro sindaco ed una maggioranza che invece l’hanno contrastato ( 2006 ) proponendo soluzioni alternative.
(…………..vedi documento allegato ………….)
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Dall’esame di quanto sopra descritto si ritiene che la vicenda del Mose contenga in sé profili di violazioni di diritti fondamentali di cittadini singoli ed associati che hanno caratterizzato il lungo percorso della grande opera e che ancora oggi permangono e vengono pervicacemente perseguiti da parte dei sostenitori dell’opera:
– con azioni di contrasto dei movimenti di opposizione e della comunità scientifica non asservita agli interessi di parte
-con mancata risposta alle istanze, critiche circostanziate e legittime pretese della pubblica opinione anche dopo che le inchieste della Magistratura hanno rivelato quel clima malavitoso di corruzione, concussione e finanziamento illecito svolto dal CVN che ha connotato l’intero iter dell opera
-ad una continua manipolazione ed omissione di dati e di informazioni per affermare una sostanziale continuità dell’errore commesso nella realizzazione del “ sistema Mose “.
Venezia 14 marzo 2015
Per l’ASSOCIAZIONE AMBIENTEVENEZIA
Armando Danella – Portavoce
Stefano Fiorin- Segretario Organizzativo
Stefano Micheletti
Luciano Mazzolin