La penosa pubblicità comparsa in questi giorni sui giornali nazionali e locali a firma di Venice Terminal Passeggeri, descrivendo i limiti posti al passaggio delle navi passeggeri in bacino di San Marco come un attacco irresponsabile alla produzione e all’occupazione è un insulto all’intelligenza delle persone che ben vedono la realtà delle cose e uno sciocco e inutile spreco di denaro, pubblico e privato. Per questo non varrebbe neppure la fatica di spendervi sopra due righe di commento, se non per appoggiare il sindaco Orsoni nella sua richiesta alla Autorità Portuale, che in VTP ha una significativa partecipazione, di vigilare con maggiore accortezza su queste azioni che contrastano con gli stessi accordi firmati dalla Autorità Portuale in sede ministeriale.
Si tratta di una pubblicità ingannevole, che dovrebbe essere perseguita a norma di legge, volta a creare un clima di paura basato sulla disinformazione dell’opinione pubblica, proprio ora che un processo democratico di comparazione tra progetti alternativi sembra prendere le mosse secondo l’ordine del giorno votato al Senato, lo scorso 6 febbraio. La pubblicità presenta dati fantasiosi sulla caduta dell’occupazione e sul danno che deriverebbe alla produzione del comune di Venezia, forse giustificabili nell’ipotesi di una chiusura totale e complessiva della marittima che nessuno vuole. Le proposte di un attracco per le grandi navi in un avanporto fuori della laguna comportano una riqualificazione della Stazione Marittima, non certo un suo azzeramento, sono graduali nella applicazione, consentono di contemperare l’esigenza di controllare l’accesso delle navi, i danni alla salute e al patrimonio storico dovuti all’inquinamento, il pericolo di un sempre possibile incidente, con un progetto di fattibilità di lungo termine, che è l’unica via per consentire una prospettiva occupazionale stabile.
L’unico significato di questa vergognosa campagna pubblicitaria porta alla luce come una società con ampia partecipazione pubblica, come Venice Terminal Passeggeri, non voglia il confronto, badi esclusivamente a massimizzare le proprie rendite di breve periodo, e si faccia scudo nel modo più abbietto possibile del sacrosanto timore dei lavoratori di perdere il lavoro. Ancora una volta si gioca sulla paura. Paura che ha un suo fondamento proprio nella assenza di programmazione a lungo termine da parte di Venice Terminal Passeggeri, nella sua cecità di fronte all’irrompere del gigantismo delle navi da crociera e alle conseguenze che questo avrebbe prima o dopo comportato per la città, comportamento irresponsabile che ha giustamente indignato l’opinione pubblica mondiale. I lavoratori diffidino di chi si fa scudo dei loro interessi e allo stesso tempo spreca il pubblico denaro in questo modo indecente.
Portavoce del Comitato: NO Grandi Navi – Laguna Bene Comune