Abbiamo letto con stupore la pagina a pagamento pubblicata su La Nuova Venezia da Venice Terminal Passeggeri in data 15 febbario. Il Comitato NoGrandiNavi ha sempre riposto la propria fiducia nella forza e nella ricchezza delle idee, non del denaro, e crede quindi di potersi rivolgera alla libera stampa per confutare molte delle affermazioni proposte da Venice Terminal Passeggeri in un modo così ostinatamente ambiguo:
- l’inquinamento causato dalle navi da crociera risulta in modo inequivocabile da molte ricerche scientifiche: è il traffico marittimo, non quello automobilistico il maggior responsabile dell’inquinamento dell’aria oggi, a livello mondiale. I riferimenti sono ai lavori di European Environment Bureau, Oceana, Friends of the Earth, Nabu e tanti altri.
- Venezia non è un porto più sicuro di altri: anzi. L’attraversamento della città storica va assolutamente evitato come è ormai riconosciuto da tutta l’opinione pubblica internazionale e da autorevoli studiosi.
- Venezia non è un porto ecologico perchè le navi fino allo scorso 25 maggio e ora, in assenza di rinnovo dell’accordo Blue Flag 2, entrano in laguna bruciando combustibili residui, fortemente inquinanti e dannosi alla salute. Incredibilmente la laguna di Venezia non rientra nelle aree a controllo delle emissioni (ECA) dove i limiti dello sbandierato accordo Blue Flag 2 varranno per tutte le navi a partire dal gennaio 2015. Un’amministrazione comunale e una autorità portuale che tutelano la loro città, dovrebbero battersi perché Venezia rientri in questi limiti, come il Baltico, il mare del Nord, i Caraibi che non presentano certo maggiori criticità della laguna!
- nulla è stato fatto per attuare la alimentazione in banchina che in altri porti europei è già operante ed è legata ad un aumento della quota di energia di rete ottenuta dalle rinnovabili.
- i temuti danni economici sulla misura del prodotto e dell’occupazione citati da Venice Terminal Passeggeri si riferiscono alle conseguenze di un azzeramento totale del traffico crocieristico e non a una possibile alternativa. Pressapochismo, terrorismo mediatico e disinformazione sono le armi di Venice Terminal Passeggeri a tutela dei propri interessi, che vengono spacciati come interessi dei lavoratori. Il Comitato No Grandi Navi non ha mai chiesto l’azzeramento del traffico crocieristico, ma una alternativa graduale e di lungo periodo alla insostenibile situazione attuale.
- non si può devastare la laguna proponendo lo scavo del canale Contorta per far passare navi da trecento metri, magari tra anni da quattrocento metri, quando a causa del funzionamento del Mose e dell’innanlzamento del livello del mare gli ingressi in laguna saranno molto spesso chiusi.
Le compagnie crocieristiche chiedono giustamente certezza. La certezza richiede una visione lungimirante, che potremmo offrire ora e subito se non avessimo assistito in questi due anni alla completa assenza del Comune dalla attività di promozione e confronto di analisi, tante volte richiesta e promessa, e alla pervicace difesa di un unico progetto, quello del canale Contorta, da parte della Autorità Portuale. Su di una soluzione di questo genere, proposta senza i necessari approfondimenti scientifici, hanno espresso perplessità autorevoli studiosi, i ricercatori Luigi D’Alpaos, Paola del Negro, Andrea Rinaldo, Georg Ungiesser che lavorano in importanti istituti di ricerca di idraulica e/o oceanografia.
Esistono invece altri scenari possibili come quelli che vedono la costruzione di un avanporto al di fuori della laguna, su strutture removibili, che prospettano un quadro di lungo periodo capace di rassicurare i lavoratori sul mantenimento dell’occupazione e di coniugare il crocierismo a una necessaria programmazione dei flussi turistici.
Il Comitato NoGrandiNavi invita tutti gli operatori economici, gli studiosi della laguna e della sua morfologia, i residenti in centro storico, l’opinione pubblica internazionale a vigilare affinchè siano valutate secondo le procedure di legge, con la riconosciuta necessaria celerità, le soluzioni atte a tutelare l’attività crocieristica, l’indotto e l’occupazione ad essa associata. Invita a tenere nel massimo conto la votazione dell’ordine del giorno dello scorso 6 febbraio al Senato che stabilisce procedure chiare e una tempistica precisa per affrontare con urgenza il tema della Marittima e delle vie di accesso ad essa, ma senza abdicare alla necessaria trasparenza.
Comitato NoGrandiNavi.