Nel patetico tentativo di dimostrare che le navi da crociera non inquinano, i loro sostenitori sfidano la logica e il senso comune per sostenere che avendo la centralina di Sacca Fisola superato nell’ultimo periodo dell’anno un numero elevato di volte i limiti di Pm10 in assenza di traffico croceristico se ne dedurrebbe che le grandi navi non creano alcun danno (Gazzettino del 2 gennaio 2014). Tutt’al più si potrebbe sostenere che il livello d’inquinamento a Venezia è sempre molto elevato, per cui sarebbe il caso di cercare di ridurre quelle fonti, come le navi, che la letteratura mondiale indica come gravissimamente inquinanti e che non sono certo indispensabili alla vita quotidiana di una collettività, come invece il traffico pubblico o quello privato veicolare, che pure all’occorrenza è sottoposto a pesanti limitazioni. Invece no, per certi paladini il crocerismo è intoccabile perché evidentemente per costoro le navi bruciano incenso.
Per fortuna a Bruxelles la pensano diversamente ed hanno avviato le procedure preliminari all’apertura di un procedimento per infrazione alle norme europee proprio per l’inquinamento prodotto dalle navi da crociera a Venezia, come spiega la lettera inviata da Jon Codescu, direttore generale Ambiente della Commissione Europea, al Grig (Gruppo d’intervento Giuridico) che assieme al Comitato NO Grandi Navi aveva inviato un esposto alla Commissione Europea ad agosto dell’anno scorso.
La lettera (che allego) mostra purtroppo alcuni buchi nella normativa europea (relativamente all’inquinamento elettromagnetico, a quello acustico, a quello marino per le pitture antivegetative, alle vibrazioni), sui quali il Comitato attirerà l’attenzione degli europarlamentari più sensibili ai temi ambientali, e contiene un errore che segnaleremo alla Commissione Europea laddove afferma che i canali di navigazione in laguna di Venezia sono esterni ai quattro Siti di interesse comunitario che la connotano. Se ciò può essere parzialmente vero dal punto di vista letterale per tre (Penisola del Cavallino, Lido di Venezia, Laguna superiore ), come se effetti potenzialmente dannosi che si manifestano in un luogo non avessero incidenza sulle aree direttamente confinanti, è sicuramente sbagliato per il quarto (IT3250046), che comprende tutta la laguna e dunque anche tutti i canali di navigazione.
Sull’inquinamento da Pm10, invece, la nota della Commissione Europea è chiarissima e annuncia l’avvio delle procedure preliminari all’apertura di un procedimento di infrazione. Nell’attesa, sarebbe il caso che l’amministrazione comunale e l’Arpav cominciassero a progettare l’installazione di una rete di centraline fisse per il rilievo dell’inquinamento anche a Venezia insulare, come da anni esiste in Terraferma.
Silvio Testa
(Comitato NO Grandi Navi)
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