Comunicato n. 77 – “La Marittima potrebbe essere una miniera d’oro”

Il penoso comunicato comparso oggi sui giornali locali a firma del sindacato giallo Cruise Venice, un vero comitato padronale della Venezia Terminal Passeggeri, descrivendo le crociere con immagini da Mulino Bianco e cercando di far credere che esse si svolgano nel mondo dei Puffi è un insulto all’intelligenza delle persone che ben vedono la realtà delle cose. Per questo non varrebbe neppure la fatica di spendervi sopra due righe di commento, non fosse che cercando di porre il problema in termini economici esso dà il destro di precisare una cosa importante.
Lasciamo perdere i dati dei “nostri” – ogni mese il valore dell’indotto sembra lievitare come il pane, da 300 milioni è passato a un miliardo di euro; la forza lavoro, che i dati ufficiali dell’Autorità Portuale fissano i 2.175 persone, è dichiarato oggi in tre volte tanto – e facciamo un ragionamento generale, partendo dall’assunto che con un modello diverso di portualità passeggeri la Marittima potrebbe davvero diventare una miniera d’oro. Luogo anche di nuova residenza, aperto alla città, di Ricerca, di Terziario avanzato, ma soprattutto e sempre luogo di Mare.
Oggi, a non negare la verità, i vantaggi economici del crocerismo sono pareggiati dai costi ambientali, senza neppure calcolare i danni ai monumenti, il dissesto della laguna, la salute dei cittadini compromessa dalle polveri sottili, ma i veri utili vanno ai privati, cioé alle Compagnie da crociera, mentre alla collettività, oltre ai danni, resta davvero poco: dunque, si rinunci a questo modello di crocerismo e si punti a filiere diverse. Questa è la vera alternativa al passaggio dei mostri in Bacino San Marco inutilmente evocata da più di un anno dal decreto Clini – Passera, altro che proseguire nella devastazione della laguna.
Si guardi alle crociere del lusso, fatte di numeri contenuti, di navi piccole e con pochi passeggeri, ma dall’alto valore aggiunto. Ci sono, già oggi alcune arrivano. Si dia al mondo il messaggio che venire in nave a Venezia è un privilegio per pochi e lo si faccia pagare lautamente.
Si guardi agli yacht che a Venezia trovano a stento ormeggio e gli si offra in Marittima l’attracco più bello del Mediterraneo, infrastrutturato, raggiungibile direttamente dai mezzi pubblici e privati, a un tiro di schioppo dall’aeroporto. Si crei una sinergia coi Bacini dell’Arsenale dove questi mezzi di lusso potrebbero fare carenaggio e manutenzioni, spingendoli a scegliere Venezia come l’home port di una clientela stabile di fascia alta.
Si attrezzi come fosse un Marina una parte della Marittima, per fare davvero di Venezia la capitale della vela e del mare, offrendo posti in transito, che non ci sono, e ormeggio stabile a quei veneziani che, costretti più che per scelta, tengono le loro barche in giro per Adriatico ed Egeo, per non parlare di tutti quei diportisti europei che farebbero carte false per poter tenere le loro barche in città.
Le grandi navi non comprano neppure uno spillo a Venezia, le compagnie mondiali sono strutturate per gestire direttamente la loro logistica partendo da centri globali (Napoli, Genova), mentre i tre settori di clientela che abbiamo indicato comprerebbero tutto in città, facendo rifornimento con gli operatori locali. Perfino lo spritz sorseggiato sul ponte di ogni barca o yacht in Marittima sarebbe acquistato in città, magari a Rialto, per non parlare del bunkeraggio, delle pulizie, dell’assistenza generale. Così davvero migliaia di giovani troverebbero lavoro stabile e Venezia ne avrebbe una rendita generale, non rischi, salute dei cittadini compromessa, danni ambientali.

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