Come collettivo universitario sentiamo la voglia e la necessità di rivolgere un invito ai collettivi e agli studenti, a chi, in ogni forma, come noi in questi anni si è ritrovato quotidianamente a lottare contro il disfacimento di Scuola e Università, che abbiamo visto, governo dopo governo, venire costantemente colpita e indebolita.
Ogni giorno ci troviamo di fronte ad università che diventano sempre più feudi personali dei rettori che le governano, mentre da anni piovono riforme che, senza distinzioni di colori ormai inesistenti, portano avanti politiche di disinvestimento mascherato da falsa meritocrazia.
Dietro queste retoriche, che ancora oggi infarciscono il dibattito pubblico sull’istruzione, non è stato difficile leggere immediatamente una mera riduzione delle risorse e la tensione alla costruzione di un’istruzione per pochi privilegiati.
Le scuole in cui viviamo, in primis le nostre università veneziane, si rendono quotidianamente protagoniste della continua chiusura di spazi di vita e di studio, della riduzione dei tempi e della qualità, in un’ottica di una frenesia di produttività quantitativa continua che non crea, ma impoverisce continuamente i saperi che dovrebbe produrre.
Siamo scesi in piazza, fianco a fianco, con i libri a proteggere i nostri corpi da questa vera violenza, a riprenderci quel futuro che vogliono rubarci.
Vi invitiamo a incontrarci un’altra volta, come ci siamo incontrati e riconosciuti in questi anni nelle strade e nelle valli d’Italia e d’Europa.
Il 7, 8 e 9 giugno a Venezia ci sarà una grande iniziativa di incontro e di lotta, organizzata e e voluta dal Comitato No Grandi Navi.
La lotta per il nostro futuro, infatti, non può prescindere dalle lotte ambientali e sociali contro tutto ciò che minaccia le nostre vite.
In queste giornate giungeranno a Venezia dall’Italia e dall’estero tanti comitati territoriali che lavorano quotidianamente e concretamente, per la salvaguardia del proprio territorio, cercando di far valere i propri diritti alla salute, all’abitare, all’autodeterminarsi nel proprio territorio, secondo il principio della democrazia partecipativa. Ci saranno anche tanti artisti, musicisti, performer; compagni e cittadini di tante territori e lotte diverse.
Vorremmo che al lnostro fianco ci fossero anche tanti studenti, coloro con cui abbiamo condiviso tante battaglie in questi ultimi anni.
Venezia non è solo una meta turistica, ma è una città piena di reti sociali e spazi diversi e fra loro intersecati. È anche una città di studenti, che non trovano, però, spazi di vita: le ordinanze comunali obbligano locali e musica a chiudere entro mezzanotte, gli spazi di socialità vengono contrastati quotidianamente; l’università, la prima a mettere in pratica la riforma Gelmini, insegue un modello di campus americano privato ed elitario, dove gli studenti siano ghettizzati in quartieri appositi (possibilmente fuori dalla città) e l’università possa farsi vetrina da vendersi al migliore offerente.
Allo stesso modo la città di Venezia ogni giorno è svenduta alle compagnie delle navi da crociera, a quel turismo che con essa non si interseca, ma invade e distrugge salutando dall’alto del ponte.
La Laguna è un ecosistema minuto, fragile, la sopravvivenza della città e dei suoi abitanti è strettamente legata al benessere di questo.
Venezia non è destinata a scomparire per sua natura, per un destino ineluttabile e crudele, ma per le precise scelte di istituzioni attente solo agli interessi che ne stanno firmando la condanna a morte.
Per questo, alzare la voce contro l’ingiustizia di decisioni imposte dall’alto, dal Ministero dei Trasporti, dall’Autorità Portuale, dalla Capitaneria di Porto, è fondamentale, per chi a Venezia ci vive e per chi ha scelto di diventarne cittadina e cittadino nel momento in cui si è iscritto negli Atenei cittadini e che magari potrebbero trovare lavoro in questa meravigliosa città.
Potrebbero, o meglio potremmo a Venezia come a Taranto, Napoli, Torino, l’Aquila,Vicenza, Roma, Genova, Pisa, Messina e in ogni città in cui lo sviluppo economico viene imposto a suon di Grandi Opere conseguenza diretta delle politiche d’austerità emanate de BCE e da quelle politiche europee pesanti come macigni sul futuro delle generazioni più giovani.
Salvare Venezia e la sua Laguna da un sistema speculativo corrotto e spregiudicato, dalla distruzione e dall’ignoranza, dall’arroganza dei poteri forti, è oggi più che mai urgente e decisivo, ripensare questo modello di sviluppo significa aprire nuove possibilità per tutte e tutti noi e pretendere per essa e per noi stessi modelli di sviluppo sostenibili e la difesa di questo fragile territorio e di chi lo rende vivo ogni giorno.
E’ il momento di riprendersi dal basso spazi di vita, socialità, informazione, produzione e movimentazione culturale. Vogliamo che in queste giornate Venezia riprenda a vivere nelle sue calli e nei suoi canali e non sul ponte dei mostri che la attraversano.
Occasione più unica che rara per poter visitare la Venezia economicamente inaccessibile, abbiamo organizzato un campeggio gratuito nel cuore della città ed è in questa occasione che avremmo piacere di incontrarci e scambiarci esperienze e conoscenze. La tre giorni è ricca di dibattiti, workshop e assemblee, la proposta che vi facciamo è di un momento informale che potremmo ritagliarci l’8 pomeriggio, anche in vista della nostra partecipazione allo spezzone studentesco nella giornata di blocco del corteo di
domenica 9.
collettivo studentesco Liberi Saperi Critici