La Nuova. Indagine del Magistrato alle Acque sulle cause. Appena inaugurata, è costata 43 milioni di euro
Crolla la lunata appena costruita. La mareggiata di novembre e onde alte sei metri hanno causato il primo vero danno alle opere del Mose. Una parte importante della testata della diga foranea del Lido è crollata sotto i colpi dei venti incrociati di Bora e Scirocco e del mare in burrasca. la notizia non è stata divulgata, e a scoprire i danni sono stati alcuni pescatori, qualche giorno fa. Il crollo ha messo a rischio la tenuta della parte settentrionale della diga fatta di pietra d’Istria. Tecnici al lavoro per evitare altri crolli, mentre il Magistrato alle Acque ha avviato una indagine interna. Come è possibile che un manufatto del genere possa crollare solo pochi mesi dopo essere stato inaugurato e collaudato?
Sotto esame sono adesso i dati delle boe e della piattaforma per ricostruire lo scenario di quel giorno. Si dovrà stabilire se si sia trattato di un evento eccezionale non preventivabile oppure se la struttura della diga sia stata «sottodimensionata» in fase di progettazione.
La lunata del Lido è stata costruita dopo quelle di Malamocco e Chioggia dal Consorzio Venezia Nuova nell’ambito delle opere complementari del Mose. Lunga un chilometro, costata 43 milioni di euro, la lunata del Lido era stata «bocciata» dai tecnici del Comune che l’avevano ritenuta inutile ai fini della riduzione delle maree. Costruita a tempo di record era stata ultimata a metà 2012. E adesso è già da riparare. «Si tratta di verificare bene le cause del crollo», spiega l’ingegner Caielli del Magistrato alle Acque, collaudatore dell’opera, «interventi di rimessa in pristino dovranno essere valutati con attenzione ad altre tipologìe». La barriera di massi era stata costruita alla fine utilizzando la pietra d’Istria proveniente dalle cave di Oltreadriatico. Massi «a specchio» e non tripodi come era nel progetto originario bociato dalla Salvaguardia. Ma i massi evidentemente non erano ben assestati, e alla prima mareggiata di una certa consistenza sono volati via. Uno, pesante dalle tre alle quattro tonnellate, è stato sollevato come una piuma. Per il Mose non cambia nulla, dicono al Consorzio. Ma adesso la diga andrà restaurata. Intanto l’indagine interna del Magistrato alle Acque va avanti. Si dovranno accertare eventuali responsabilità nella progettazione o nell’esecuzione di una piccola grande opera che a differenza dei Murazzi ha resistito al mare meno di un anno.
Alberto Vitucci