Venezia 23 marzo 2013
Non si diano informazioni fuorvianti alla popolazione, non si usino slogan o terminologie più adatte ai pubblicitari che non al sindaco, massima autorità sanitaria cittadina: non esistono carburanti a “impatto zero”, non esistono “carburanti verdi” per le navi da crociera.
La notizia data oggi dall’Ufficio Stampa del Comune che un accordo tra amministrazione comunale, l’associazione internazionale CLIA Europe, la Capitaneria di Porto, spingerà le compagnie da crociera a utilizzare fin dall’entrata in laguna carburanti con tenore di zolfo non superiore allo 0,1 per cento è indubbiamente positiva, ed è il frutto di un anno di battaglie di questo Comitato che fin dalle sue prime richieste ha posto proprio questa questione come punto irrinunciabile, sottoscritto da oltre 12 mila cittadini. Ma il carburante con tenore di zolfo allo 0,1 per cento, sia chiaro, è un carburante comunque sporco se paragonato a quello del diesel delle automobili, che è allo 0,001 per cento di zolfo, cioé cento volte migliore.
E’ comunque un primo passo, e solo il mantenimento di alti margini di guadagno per le compagnie da crociera impedisce di fare meglio: ricordiamo al sindaco che non ha fatto nulla di speciale ma solo il minimo di quanto era tra i suoi doveri e i suoi poteri. Servono comunque filtri per le emissioni (scrubber) e controlli reali e severi da parte della Capitaneria di Porto, certamente ben diversi e numerosi e puntuali rispetto a quelli fatti finora: ricordiamo che i controlli vanno fatti non sulla documentazione di bunkeraggio ma sul combustibile nei serbatoi e che meno di 70 controlli su oltre 4 mila toccate (quelli, cioé, fatti finora) sono un numero risibile e certamente tale da non poter essere considerato un deterrente da parte delle compagnie da crociera.
Restano comunque da fare i controlli sulla qualità dell’aria in relazione al crocerismo e la strada maestra resta quella del prelievo delle emissioni ai fumaioli in associazione con modelli matematici sulle ricadute in relazione ai venti principali. Arpav non è in grado di farli, ma su questa linea, magari estendendo l’accordo Venice Blue Flag II anche alle modalità dei controlli, si deve ora muovere con assoluta determinazione l’amministrazione comunale.