Contro i grattacieli galleggianti

Di Luca Zuccala – Artslife

Inizia la primavera e riprende la stagione delle crociere. Riparte l’assalto a Venezia. Puntuali come ogni anno tornano a scorrazzare per il Canale della Giudecca i mastodontici divertifici galleggianti. Hanno nomi stuzzicanti e seducenti, quasi sensuali. Si chiamano Divina, Fascinosa, Fantasia, Magnifica ma non sono altro che enormi mostri di mare tipo Kraken o Leviatano. Sono immensi, smisurati, sproporzionati: 60 metri d’altezza (15 è la media degli edifici della città), 50 di larghezza e 333 di lunghezza (la più grande), due volte Piazza San Marco, quattro volte Palazzo Ducale. 140 mila tonnellate di “puro sballo” distribuito tra piscine, casinò, discoteche, Spa, cinema e sala giochi. Più l’imperdibile terrazzo panoramico all’aperto dove poter guardare dall’alto verso il basso il plastico della città. Venezia in formaldeide.

Gli stemmi di MSC e Costa Crociere sventolano più in alto del Leone di san Marco. Da Dominante a Dominata nel giro di due secoli. E che dominio: cinico e arrogante, schiacciante nel vero senso della parola quanto l’ombra che a ogni passaggio di nave eclissa la Serenissima. Perché giù da basso a neppure un centinaio di metri ci son palazzi, chiese e campanili che si alternano a canali, rii e rielli in quella sinfonia architettonica unica al mondo: il tessuto dellapolis perfetta sospesa tra la terra e l’acqua. Un panorama incantato su cui ogni giorno si staglia la tronfia imponenza di quelle bestie.

 

E il Sindaco? La Giunta? L’Autorità Portuale di Venezia? (Senza citare Stato, Governo e Ministeri interessati che non ne val la pena). Non battono ciglio. Giustificano, rimandano, promettono. Mai niente di concreto. Così i grattacieli galleggianti continuano a gironzolare indisturbati per la laguna vomitando quotidianamente decine di migliaia di turisti sulla città. Orde di consumatori eccitati che si riversano tra i canali rapiti dall’insano turismomordi e fuggi che non porta benefici a nessuno. Tutti giù a saltellar per campi e campielli, una foto ricordo di un appassionato bacio in Piazza San Marco. Poi pronti via. Si riparte. Avanti il prossimo.

E la Repubblica millenaria costretta a subire in silenzio, svenduta per trenta denari. Un attacco imperterrito che prosegue ormai da anni. Cadono perennemente nel vuoto gli appelli di cittadini, comitati e associazioni per fermare lo scempio (Italia NostraNo Grandi Navi – Laguna Bene ComuneFAI) in difesa del fragile ecosistema lagunare. Perché ovviamente non è solo un problema estetico. Ci sono conseguenze ambientali di ogni genere: erosione dei fondali, inquinamento atmosferico (una nave inquina come 14 mila automobili) ed elettromagnetico (onde radio), acque di zavorra, danni a sponde, rive, canali nonché alle stesse fondazioni delle case a causa dello spostamento degli enormi volumi d’acqua. Poi rumori, vibrazioni e tutti iproblemi legati alla sicurezza (incendi, spandimento di carburante, perdita di rotta). Non si può nemmeno immaginare che catastrofe sarebbe se qualcosa andasse storto nell’antico Rigano. Magari per un inchino sbagliato.

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