E’ durato una settimana l’incubo dei passeggeri della Triumph, la nave da crociera del gruppo Carnival, lo stesso che possiede la Costa Crociere, rimasta per quasi sei giorni alla deriva nel Golfo del Messico: il gigante del mare è arrivato nel porto di Mobile in Alabama, nel sud degli Stati Uniti, dopo un’operazione di rimorchio durata diversi giorni. Un viaggio che si è trasformato in un’odissea per le oltre 4.000 persone a bordo tra passeggeri e membri d’equipaggio.
Costa Concordia, un anno dopo: il ricordo delle vittime e il recupero del relitto
I guai per la Triumph sono cominciati lo scorso finesettimana, quando un incendio in sala macchine ha lasciato la nave alla deriva nel Golfo del Messico, rendendo inutilizzabili i motori e lasciando l’intera struttura senza elettricità: il guasto ha lentamente trasformato la nave in una fogna a cielo aperto. Col passare delle ore il sistema di scarico delle toilettes si è intasato e i wc hanno traboccato sulla moquette delle cabine, costringendo i passeggeri ad utilizzare soluzioni di fortuna per sopperire alla mancanza di servizi igienici. Le testimonianze dalla nave raccontano di cabine e corridoi invasi da odori irrespirabili, visto che anche i sistemi di condizionamento hanno smesso di funzionare. Una situazione al limite della sopportabilità per i malcapitati viaggiatori, che hanno pagato per questa crociera biglietti da migliaia di dollari.
Rapidamente le cucine sono state messe fuori uso, gli ascensori e i sistemi di comunicazione hanno smesso di funzionare. Per giorni coloro che erano a bordo della lussuosissima nave hanno fatto i conti con la fame: i viveri hanno cominciato a scarseggiare sin da subito e perfino l’acqua è stata razionata. “Stiamo sino a quattro ore in coda per un pezzo di pane con una fetta di pomodoro – ha raccontato Jamie Baker – Ho visto una donna svenire, è orribile. Si vedono tubi esplodere, è come dopo l’uragano Katrina a New Orleans solo che qui galleggiamo“. Nel panico generale che è andato crescendo col passare del tempo non sono mancati momenti di tensione tra i passeggeri, anche quando la nave è stata finalmente rimorchiata.
La prima richiesta di soccorso è stata avanzata domenica scorsa: da allora la Carnival-Triumph ha trascorso quattro giorni in balia delle correnti del Golfo, finchè è stata agganciata da una flottiglia di rimorchiatori: anche durante quest’operazione non sono mancati gli incidenti di percorso, visto che uno dei cavi utilizzati per il traino ha ceduto di colpo, rallentando ulteriormente i soccorsi. Infine, la conclusione dell’incubo con l’attracco al porto di Mobile, in Alabama, nella notte tra mercoledì e giovedì.
Al loro arrivo i passeggeri hanno usufruito di camere d’albergo e servizi di trasporto in aereo o in autobus organizzato dalla Carnival. Saranno sottoposti a controlli medici scrupolosi, perchè il rischio di infezioni e contaminazioni è altissimo a causa delle condizioni sanitarie disastrose in cui ha viaggiato la nave: “Le condizioni sanitarie sono pessime, c’è caldo umido, il cibo non è refrigerato, le fogne che scorrono, è una ricetta per le malattie – ha commentato Jorge Rodriguez, specialista di medicina interna – I passeggeri devono prestare attenzione per un paio di settimane a qualsiasi strano sintomo“. Inevitabile pensare da subito ad un’azione collettiva di risarcimento danni.
Il sito ufficiale della Costa Carnival ha pubblicato un messaggio di scuse per i disagi incredibili provocati dal guasto elettrico. E pensare che non è la prima volta che questa nave assurge all’onore delle cronache: considerata la “gemella della Concordia“, la Triumph venne posta sotto sequestro lo scorso anno, mentre era in procinto di partire per un viaggio dal Texas. Il provvedimento era stato disposto da un tribunale americano a seguito della richiesta dei legali del figlio di una vittima del naufragio all’Isola del Giglio.