Il 6 gennaio il Comitato NO Grandi Navi – Laguna Bene Comune ha compiuto un anno.
Giusto un anno fa cittadini e associazioni hanno deciso di dare coordinamento e voce unitaria ai tanti soggetti che da tempo erano scesi in campo contro un modello di crocerismo insostenibile, e in soli 12 mesi il Comitato ha raggiunto importanti risultati, tra cui due in particolare: l’aver elevato il tema delle navi da crociera a Venezia a problema di livello nazionale, anzi internazionale, e l’aver portato l’amministrazione comunale ad accettare attraverso il Piano di Assetto del Territorio (Pat) l’obiettivo dell’estromissione dalla laguna delle navi che verranno giudicate incompatibili con la sicurezza della città, la salute dei cittadini, il recupero morfologico della laguna.
La stampa e la cultura internazionale guardano e commentano esterrefatte cosa si tolleri che avvenga a Venezia, nel nome dei presunti utili economici che deriverebbero a una città che per converso a fine anno non sapeva neppure se sarebbe riuscita a restare all’interno dei parametri del patto di stabilità, ma c’è sempre chi si ostina a negare ciò che ormai è sotto gli occhi di tutti: ovvero che queste navi sono troppo grandi, fuori scala con la città, potenzialmente pericolose, grandemente inquinanti, distruttive delle sottofondazioni della città e dei fondali della laguna non per un’inesistente moto ondoso di superficie ma per il dislocamento subacqueo di migliaia di tonnellate d’acqua. Milioni tenuto conto dei circa 2 mila passaggi all’anno.
Di ciò, non ce ne siamo accorti solo a Venezia, ma se ne stanno rendendo conto dovunque queste grandi navi attracchino: in Croazia come in Canada, nei Mari del Nord come negli Stati Uniti d’America. Dovunque le popolazioni si mobilitano e Venezia non è sola in questa battaglia.
La rincorsa al gigantismo fa solo gli interessi delle compagnie da crociera, non certo delle comunità locali costrette a subirne i costi insostenibili, e presto o tardi questo modello verrà ostacolato dalle Autorità che solo ora cominciano a mettere a fuoco il problema, proprio grazie ai movimenti come il nostro.
Ciononostante, a Venezia c’è chi si continua a combattere battaglie di retroguardia, come il presidente della Venezia Terminal Passeggeri, Sandro Trevisanato, che sui giornali di oggi annuncia ricorso al Tar contro l’articolo del Pat che si prefigge l’estromissione dalla laguna delle navi incompatibili, col pretesto che il Comune non ne avrebbe i poteri. Come se i sindaci di Milano o di Firenze non potessero vietare il parcheggio dei Tir in Piazza del Duomo o a Santa Maria Novella!
Trevisanato lancia il suo annuncio nello stesso giorno in cui il suo sodale, il presidente dell’Autorià Portuale, Paolo Costa, avverte sempre dai giornali che si deve fare il terminale off shore perchè altrimenti il Mose ucciderà il Porto: che almeno sul tema dell’accessibilità in laguna delle navi troppo grandi si mettano d’accordo tra di loro!