Il Comitato No Grandi Navi – Laguna Bene Comune ha occupato per oltre due ore il tetto del Terminal Passeggeri del Porto di Venezia. Nel giorno della Liberazione e della festa di San Marco il Comitato ha voluto ribadire che oggi bisogna liberarsi non solo dei residui fascisti e xenofobi della nostra società, ma anche da quei “poteri forti” che continuano ad imporre su territori e cittadini modelli di sviluppo criminali, insostenibili da ogni punto di vista, economico, ambientale e sociale.
A Venezia ed in tutto il Veneto questi poteri si conoscono bene e qualcuno li ha già definiti il “sistema Galan”, il sistema che grazie a quella follia ingegneristico-ambientale che è la grande opera MoSE, a partire dalla metà degli anni ’80 ha dragato miliardi di euro pubblici a favore di una ristretta cerchia di imprese private riunite nel Consorzio Venezia Nuova, “concessionario unico” per tutte le opere di salvaguardia della laguna. L’ex governatore veneto è stato per 15 anni il garante, il braccio politico dell’intreccio tra politica e affari che ha riversato sulla nostra regione una montagna di cemento, a suon di project financing e commissariamenti, senza che i cittadini e le comunità locali potessero mai influire sulle decisioni più importanti.
Poco importa se l’ing. Baita, presidente della Mantovani SPA (principale azionista del Consorzio) sia stato recentemente arrestato per frode fiscale e costituzione di fondi neri assieme alla signora Minutillo (ex segretaria proprio di Galan), le ramificazioni del loro sistema di potere sono ancora ben operative e decise a proseguire nelle loro politiche di aggressione al territorio. Proprio a Venezia, infatti, il “sistema Galan” trova due articolazioni importanti nell’Autorità Portuale e nella Venezia Terminal Passeggeri SPA, presiedute rispettivamente da Paolo Costa (lo stesso commissario governativo per la realizzazione della base militare USA al Dal Molin di Vicenza) e da Sandro Trevisanato, entrambi personaggi impegnati in prima persona a difendere l’indifendibile per garantire il passaggio delle grandi navi in laguna, gli interessi delle lobby affaristiche e quelle delle multinazionali finanziarie degli armatori.
Dopo le ultime contestazioni al passaggio delle navi il Comitato ha quindi deciso di far loro visita, occupando il tetto dello scalo, per ribadire che questi grattacieli galleggianti non sono altro che l’ultima versione veneziana delle grandi opere. Come il TAV in Val di Susa o il MUOS in Sicilia, vengono imposte da poteri estranei alle città ed ai territori, mettono in pericolo l’ambiente e la salute dei cittadini, rispondendo solo alle logiche di speculazione e di profitto per i pochi che le costruiscono o le gestiscono.
E proprio questo tema sarà centrale nei dibattiti di sabato 8 giugno, la prima delle due giornate di mobilitazione internazionale che il Comitato sta lanciando in questi giorni. Una giornata di forum e di discussione tra molti comitati ed esperienza di lotte territoriali per la difesa dei beni comuni dal Veneto, dall’Italia e dall’estero, come le esperienze di blocco dei cantieri della superstrada S122 di Stoccarda o dei comitati che si battono contro la costruzione dell’aeroporto di Notre Dame des Landes in Francia. La seconda giornata, domenica 9, sarà invece una giornata di mobilitazione dall’acqua e da terra, per dire basta, perché le meganavi sono, in fondo, l’espressione più visibile di un sistema affaristico-politico che ha corrotto la vita di questa regione per troppi anni, con gravissimi danni economici, sociali e ambientali.
Il momento è arrivato per una grande mobilitazione dei cittadini, contro le grandi opere e per un modello di sviluppo diverso e partecipato, per una nuova stagione di democrazia a difesa dei beni comuni.
8 e 9 giugno tutti a Venezia contro le grandi opere e contro le grandi navi !!!!
Comitato No Grandi Navi – Laguna Bene Comune